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Alexander Trocchi (manifesto Tecnica del colpo di mondo, 1963)


«Non siamo desiderosi di impadronirci dello Stato, come Trotzky e Lenin, ma di impadronirci del mondo […]. Quello di cui bisogna impadronirsi non ha dimensioni fisiche né rapporto con i colori delle stagioni. Non è un porto, una capitale, un’isola […] quello di cui dobbiamo impadronirci siamo noi stessi. […] con calma, senza indignazione, attraverso una sorta di ju-jutsu spirituale che ci appartiene in virtù della nostra intelligenza, dobbiamo modificare, correggere, compromettere, deviare, corrompere, corrodere, rivoltare; essere gli ispiratori di quella che possiamo chiamare l’insurrezione invisibile».
«L’uomo sta disimparando a giocare, l’hanno convinto che il lavoro è sacro, solo perché il suo lavoro permette ai padroni di giocare».

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