Il tempo della scrittura (2)
I RACCONTI NON NASCONO DAL NULLA
(Unâintervista con Raymond Carver)
http://www.sagarana.net/rivista/numero14/saggio1.html
CG: In The Idea metti insieme due cose che non sembrano andare insieme: la coppia che spia i loro vicini e le formiche sotto il lavello. Metti insieme cose che non sembrano avere nessuna connessione.
RC: Sì, ma tale connessione sembra non solo possibile ma anche inevitabile. Non so come spiegarlo. Ripeto, non ho un piano quando scrivo. Iniziai a scrivere senza sapere che ci avrei messo le formiche. Quando inizio non so dove vado a finire. Ma a tal riguardo ho predecessori illustri. Quando fu chiesto ad Hemingway se sapeva come avrebbe concluso un racconto quando lo stava iniziando, rispose: âNo, non ne ho ideaâ. Flannery OâConnor ha detto che scrivere è scoprire. Non sapeva cosa accadeva tra una frase e unâaltra. Ma come ho già detto, non arrivi al finale per miracolo. Devi avere un senso drammatico. E scopri il finale nella scrittura, o meglio, nella riscrittura, dal momento che io credo nella riscrittura. Nella riscrittura, il soggetto, o piuttosto, visto che la parola soggetto mi mette un poâ a disagio, diciamo è il senso della storia nella riscrittura, il senso della storia, quindi, a cambiare un poâ di volta in volta.
(Intervista concessa alla rivista La quinzaine littéraire, a Parigi, nella primavera del 1987. Traduzione dallâinglese di Giampaolo Mattiello)