La poesia di Sylvia Plath
OUIJA
à un dio gelido, un dio delle ombre
quello che sale al bicchiere dai suoi neri abissi.
Alla finestra i non nati, i disfatti
si adunano con fragile pallore di falena,
unâinvidia fosforescente nelle ali.
Vermigli, bronzi, i colori del sole
nel fuoco di carbone non li consolano del tutto.
Immagina la loro profonda fame, profonda come il buio,
del calore del sangue che farebbe imporporare o ritornare.
La bocca del bicchiere succhia quel calore dal mio dito.
Il vecchio dio gocciola in cambio le sue parole.
Il vecchio dio scrive anche lui aurea poesia
in modi bruniti, vagabondando nei deserti,
onesto cronachista di ogni sconcia declinazione.
La vecchiaia e secoli di prosa hanno sciolto
il turbine della sua lingua, smorzato la sua indole eccessiva
quando le parole, come locuste, tambureggiavano nellâaria che scuriva
lasciandosi dietro torsoli nudi sbatacchianti.
I cieli che mostravano una divina alterezza azzurra
si avviluppano su noi, scendono caliginosi,
sempre più fitti di pulviscolo, a sposare il fango.
Lui leva inni alla putrida regina dai capelli di croco
che possiede afrodisiaci più salati
delle lacrime di vergini. Quella lasciva regina della morte,
i suoi messi verminosi gli divorano le ossa.
Ma lui continua a cantarne il succo, ardente nettarina.
Lo vedo, coriaceo e resistente, interpretare
i duri ciottoli smossi dallâaratro
come ponderabili pegni dellâamore di lei.
Divino, vacillante, compita
con queste lettere non un conciso Gabriele
ma fioritamene le proprie amorose nostalgie.
Di cosa ci sta parlando stavolta Sylvia Plath?
17 febbraio 2004 alle 11:25 |
ciao luccone,
dalle cose che posti penso tu ti occupi di editoria e letteratura… sto scrivendo un intervento… il genna mi ha pubblicato una cosa che ho scritto dal titolo “lettera a giangiacomo feltrinelli editore rivoluzionario” su carmillaonline mi piacerebbe sapere cosa ne pensi… la mia email è salvatoreditaranto@libero.it… non posso darti l’indirizzo del mio blog perchè lo sto rimodernando! Grazie
18 febbraio 2004 alle 18:57 |
Leonardo tratta bene Salvatore, è amico mio! yenta