Una pregiatina al valium intervista Rodrigo Dias, presidente nazionale Ali (Associazione librai italiani)
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D. Buonasera, signor Dias. La chiamo per un’intervista.
R. Buonasera, mi dica.
D. Vorrei sapere da lei, in qualità di presidente Ali, qual è lo stato attuale delle librerie italiane.
R. Purtroppo sono anni che non si cresce. O meglio: si cresce dell’1 per cento annuo, il che, calcolando l’inflazione, equivale al nulla.
D. Ciò significa che si vendono sempre meno libri nel nostro paese, giusto?
R. Sbagliato. Se ne vendono tantissimi, ma in edicola. E senza nessuno che li legga.
D. Libri riempi-scaffale?
R. Precisamente.
R. Come si è potuto arrivare a questo?
D. Beh, pensi soltanto al peso che hanno due intere pagine di pubblicità sulle grandi testate nazionali. Pubblicità per i propri libri in uscita, naturalmente.
D. Ma ci dev’essere qualcuno che ancora legge in Italia…
R. Sì, una persona su due che legge almeno un libro all’anno. Vale a dire, rovescio della medaglia: il 50 per cento degli italiani non apre un libro in 12 mesi…
D. Deprimente.
R. Deprimente, sì, ma c’è da dire che in quell’altro 50 per cento di italiani virtuosi ancora si annida un quinto di lettori forti, persone che leggono almeno un libro al mese.
D. Bene.
R. Bene, se non stessero invecchiando. Il problema sono i giovani, tutti interessati a internet e pochissimi alla lettura.
D. Forse i libri costano troppo.
R. Ma no, ormai ci sono sconti ovunque, edizioni a pochi euro. Il nodo della questione è che bisognerebbe sensibilizzare i ragazzi alla lettura, dalla famiglia alle istituzioni. Si dovrebbero leggere storie insieme ai bambini.
D. Lei è anche titolare di una libreria, la Scientifica Dias in viale Ippocrate, a Roma. Che sconto applicate voi ai clienti?
R. Quello massimo consentito dalla legge, il 15 per cento.
D. E come invogliate le persone alla lettura?
R. Innanzitutto offrendo loro la professionalità e la competenza che solo in una libreria con 40.000 titoli si può trovare. Qualcosa di inimmaginabile per i nuovi supermercati da 1.000 titoli.
D. Prima di concludere, mi dice quali sono i libri più venduti tra quelli disponibili da lei?
R. Noi vendiamo prevalentemente testi universitari. Tra gli altri, comunque, sicuramente Angeli e demoni e ancora Il codice da Vinci.
D. Grazie mille e buona Pasqua.
R. Buona Pasqua a lei.
R. Buonasera, mi dica.
D. Vorrei sapere da lei, in qualità di presidente Ali, qual è lo stato attuale delle librerie italiane.
R. Purtroppo sono anni che non si cresce. O meglio: si cresce dell’1 per cento annuo, il che, calcolando l’inflazione, equivale al nulla.
D. Ciò significa che si vendono sempre meno libri nel nostro paese, giusto?
R. Sbagliato. Se ne vendono tantissimi, ma in edicola. E senza nessuno che li legga.
D. Libri riempi-scaffale?
R. Precisamente.
R. Come si è potuto arrivare a questo?
D. Beh, pensi soltanto al peso che hanno due intere pagine di pubblicità sulle grandi testate nazionali. Pubblicità per i propri libri in uscita, naturalmente.
D. Ma ci dev’essere qualcuno che ancora legge in Italia…
R. Sì, una persona su due che legge almeno un libro all’anno. Vale a dire, rovescio della medaglia: il 50 per cento degli italiani non apre un libro in 12 mesi…
D. Deprimente.
R. Deprimente, sì, ma c’è da dire che in quell’altro 50 per cento di italiani virtuosi ancora si annida un quinto di lettori forti, persone che leggono almeno un libro al mese.
D. Bene.
R. Bene, se non stessero invecchiando. Il problema sono i giovani, tutti interessati a internet e pochissimi alla lettura.
D. Forse i libri costano troppo.
R. Ma no, ormai ci sono sconti ovunque, edizioni a pochi euro. Il nodo della questione è che bisognerebbe sensibilizzare i ragazzi alla lettura, dalla famiglia alle istituzioni. Si dovrebbero leggere storie insieme ai bambini.
D. Lei è anche titolare di una libreria, la Scientifica Dias in viale Ippocrate, a Roma. Che sconto applicate voi ai clienti?
R. Quello massimo consentito dalla legge, il 15 per cento.
D. E come invogliate le persone alla lettura?
R. Innanzitutto offrendo loro la professionalità e la competenza che solo in una libreria con 40.000 titoli si può trovare. Qualcosa di inimmaginabile per i nuovi supermercati da 1.000 titoli.
D. Prima di concludere, mi dice quali sono i libri più venduti tra quelli disponibili da lei?
R. Noi vendiamo prevalentemente testi universitari. Tra gli altri, comunque, sicuramente Angeli e demoni e ancora Il codice da Vinci.
D. Grazie mille e buona Pasqua.
R. Buona Pasqua a lei.
25 marzo 2005 alle 21:27 |
Me ne sto qui seduto al secondo piano
ingobbito con un pigiama giallo addosso
fingendo ancora di essere
uno scrittore.
Una maledetta sfacciataggine
a settantun’anni
con le cellule cerebrali divorate dalla vita.
File di libri
dietro di me,
mi gratto i capelli
radi
e cerco
la parola giusta.
Per decenni
ho fatto infuriare
le donne,
i critici,
i leccaculo
dell’università .
Tutti loro presto avranno
l’opportunitÃ
di festeggiare.
“Terribilmente sopravvalutato…”
“Volgare”
“Un’ aberrazione”.
Le mie mani affondano dentro
la tastiera
del mio
Macintosh,
è il solito vecchio
giochetto
che mi ha trascinato via
dalle strade
e dalle panchine nel parco
la stessa semplice
cosa
che ho appreso in quelle
stanze da quattro soldi,
e che non posso dimenticare
seduto qui
ingobbito al secondo piano
con un pigiama giallo
addosso
ancora a fingere di essere
uno scrittore.
Gli dei sono tristi
gli dei sono tristi
gli dei sono tristi.
C.Bukowsky, Ora
Gli dei sono tristi…
Alessandra
25 marzo 2005 alle 23:28 |
CONCORDO.GLI DEI SONO TRISTI PERCHE NESSUNO RIESCE A COMPRARE TUTTI I LIBRI CHE VORREBBE
25 marzo 2005 alle 23:54 |
“Ma dove troverò mai il tempo per non leggere tante cose?” Karl Kraus
Ottavia
26 marzo 2005 alle 14:46 |
A te che non capisci chi sogna,
chi respira e chi soffoca,
chi vive e chi muore,
prendi uno specchio e respira un po’ di te,
bruciati l’anima,
vendila al diavolo,
te la tengo io al caldo.
Aliti di vento come anime nel forno,
occhio che la vita è strana,
signora e un puttana,
almeno così hanno detto.
Rido con i miei demoni.
Sbatto la porta e me ne vado.