Progetti editoriali e il resto della vita
Adriano era ormai un grande e famoso industriale. Conservava tuttavia ancora, nell’aspetto, qualcosa di randagio, come da ragazzo quando faceva il soldato; e si muoveva sempre col passo strascicato e solitario d’un vagabondo. Ed era ancora timido; e della sua timidezza non sapeva giovarsi come d’una forza. […]
Lo incontrai a Roma per la strada, un giorno, durante l’occupazione tedesca. Era a piedi; andava solo, col suo passo randagio; gli occhi perduti nei suoi sogni perenni, che li velavano di nebbie azzurre. Era vestito come tutti gli altri, ma sembrava nella folla, un mendicante; e, sembrava, nel tempo stesso, anche un re. Un re in esilio.
Natalia Ginzburg, Lessico famigliare
18 settembre 2006 alle 09:28 |
Il Caffè Aragno su via del Corso è il “sancta sanctorum della letteratura, dell’arte e del giornalismo…La sala, un po’ alla volta, si riempiva. Oppo calava dal suo studio fuori porta e sedeva al tavolo di Spadini, che non abbandonava mai la sciarpa di lana e il bastone cui aveva dato il nome vezzeggiativo di Gelsomino. Ecco Vincenzo Cardarelli, Barilli e Antonio Baldini col primo numero della “Ronda”. Di cosa parlavano, a bassa voce, come congiurati? Parlavano di Leopardi, il primo dei “Convitati di pietra”. Laggiù in fondo, dietro ai velari di fumo, tempestava , col cappello duro buttato sulla nuca, F. T. Marinetti, e Bragaglia coi baffetti a virgola, annunciava la prossima apertura del Teatro degli Indipendenti, con una novità di Pirandello cheâera entrato in quell’istante. (Orio Vergani, “Corriere della Sera”, Milano 23 giugno 1938). Questo fu. Adesso, luogo violato dal franchising. E’ un franchising anche la cultura italiana di oggi?, mi chiedo guardandomi intorno, fuori piove, ma dentro fa ancora più freddo. Francesca.