Archive for luglio 2007

31 luglio 2007

Ci siete e siete tanti
 
Quattro anni fa nasceva Dentro il cerchio. A luglio 2007 si è registrato il record di contatti. Come visite, visite uniche e pagine viste. I primi ricercatori esterni-interni fissi sono stati Trani che, come sapete, ha sorpassato le cento geografie, e Grassi che si occupa di dualismi e di versi. L’ultimo arrivato, anche se ci segue da sempre, è Vittorio. Sì, direi che Maccaroni come nome della rubrica può andare. Voi che dite?

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31 luglio 2007


 
Ottone Rosai, I giocatori

30 luglio 2007

Banzai

come ai tempi dei faraoni giunse la grandine a devastare i campi, così la settimana scorsa è arrivata, dopo trepidante attesa (schiatterà il maghetto oppure il cazzutello sopravviverà?) la settima, e forse ultima puntata della saga di harry potter. il pubblico in delirio si è riversato in libreria per non mancare all’evento, ma l’entusiasmo ha raggiunto proporzioni tali che nessuno s’è accorto che andava a comprare l’edizione inglese. già, perché è proprio questo che dice la classifica di vendita del fine settimana riportata dall’almanacco dei libri di repubblica, dove al primo posto troneggia senza avversari harry potter and the deathly hallows, editore bloomsbury. eppure intellettuali, sociologi, pubblicitari, calciatori, veline, tutti sono d’accordo da anni nell’affermare che i consumatori non sono così stupidi come sembrano. dunque, il fatto che la gente abbia comprato harry potter in inglese significa che davvero vuole leggere harry potter in inglese. quando qualche anno fa berlusconi propugnava con enfasi le tre “i” – “inglese”, “internet” e… beh, la terza non me la ricordo perché nel frattempo dev’essere diventata obsoleta, diciamo allora “ipod” – l’italia era ancora il bel paese caro a mario soldati, dove il pc era il partito comunista e il pin era un personaggio del calvino. ma nel giro di pochi anni – e la vicenda di harry potter sta chiaramente a dimostrarlo – si sono fatti passi da gigante, tanto che l’inglese è diventato lingua nazionale e l’italiano si è ridotto ahimè, con grave scorno del manzoni, a una lingua morta. io che vivo in un quartiere popolare e multietnico, in cui il negoziante di cianfrusaglie cinese, il fruttivendolo bengalese, la badante rumena, l’operaio ucraino, il cuoco filippino, il ristoratore sardo e la cassiera calabrese, per comunicare con noi indigeni non usano l’inglese, ma l’italiano, io appunto stento a credere alla portata di questa svolta. eppure i fatti parlano chiaro, al punto che castelvecchi, per lanciare in grande stile il suo ultimo capolavoro, ha scelto il titolo “sdraiami”, che suona decisamente britannico, anziché il più corretto “coricami”, a dimostrazione che anche l’editoria romana, pur nel suo tradizionale provincialismo, avverte il vento del cambiamento. ah, tempi di vacche magre si annunciano per i traduttori dall’inglese, che saranno costretti a reinventarsi il mestiere: alcuni, i più fortunati, andranno a fare i medium, traducendo la lingua dei morti, gli altri finiranno autisti di autobus – qual è la differenza tra un normale autista e un autista trambus? che l’autista trambus conosce l’italiano, la lingua morta con cui si scrivono gli articoli di legge, e sa interpretare e tradurre parole come “obliterare” e “ammenda”. anyway, è tempo che anch’io, che come un vecchio relitto continuo a usare l’italiano, me ne faccia una ragione, per non rischiare di finire come quei soldati giapponesi impegnati a combattere una guerra chiusa ormai da trent’anni.

30 luglio 2007

nottetempo, Fanucci, Castelvecchi, Cooper

Narrativa italiana: 4(5) Mal di pietre di Agus, nottetempo; 17 (15) TVUKDB. Ti voglio un casino di bene di Valentina F., Fanucci;
Narrativa straniera: -;
Saggistica: -;
Tascabili: -;
Varia: 13 () Sdraiami di Del Vecchio, Castelvecchi; 24 (8) Il nostro sesso. Come farlo bene di Berdún, Cooper.

30 luglio 2007


 
A Albe Steiner bastano poche linee.

30 luglio 2007

Lavoro di gruppo
 
Sì? Ah, mi sono scordato. Davvero? Scusa, ma non credevo che… No, in realtà non vi ho inviato la versione definitiva. Oggi? è oggi la scadenza? Pensavo di avere più tempo. Ma questo non me l’avevate detto! Sai, mia nonna è stata molto male. Ho avuto problemi al lavoro.
Ma anche: molto bene, sì, ci penso io, perfetto, non ti preoccupare. Non c’è problema.

30 luglio 2007

Fuoco e libri

Montag si era fermato ora a guardare dentro quella casa strana, resa strana dall’ora notturna, dal mormorio delle voci vicine, dai vetri infranti, e si vedevano per terra le copertine strappate e sparse intorno come piume di cigno, gli incredibili libri che avevano un aspetto così ridicolo e indegno di reali attenzioni, perché questi non erano altro che nera stampa, carta giallastra e rilegature sfilacciate […] Un gran getto appuntito di fuoco zampillò a lambire i libri, ad abbatterli contro il muro […] I libri balzavano in aria e danzavano come uccelli nell’arrostimento, le ali ardenti di piume gialle e rosse. E così giunse nel salotto dove i grandi mostri idioti giacevano addormentati coi loro bianchi pensieri e i sogni nivei. E Montag lanciò una raffica contro ognuna delle pareti senza vita e il vuoto d’aria delle valvole schermate gli rispose sibilando… La vacuità rese il sibilo ancor più vuoto, un urlo senza senso. Egli cercò di pensare al vuoto su cui si era rappresentato il nulla, ma non poté. Trattenne il fiato, perché il vuoto non avesse a entrargli nei polmoni. Ne allontanò la terribile vacuità, indietreggiò e dette all’intera camera in dono un gran fiore giallo, incandescente, di fuoco.

Ray Bradbury, Fahrenheit 451, Mondadori

29 luglio 2007


 
Gianfranco Ferroni, Altarino laico, 1990

28 luglio 2007

Fanucci: investimenti, semplificazione, aggressività, concretezza. Rizzoli

«Nei primi sei mesi del 2007 il nostro fatturato è aumentato del 90%». Con qualche sorpresa (vista la situazione del libro in Italia), accreditiamo le parole di Sergio Fanucci da Roma. Il quale precisa: «Sono l’editore, nel nostro Paese, con il più alto incremento». Dovuto «al successo della collana "Teens", 40 mila copie solo per il
romanzo della quindicenne Valentina F., Ti voglio un casino di bene, e del rosacrime, il nuovo filone da me lanciato in Italia con Il mistero del lago di Nora Roberts, 15 mila copie in trenta giorni. Ma anche al cambio di distribuzione ora Rizzoli e a un forte investimento pubblicitario, 200 mila euro, che raddoppierò nei prossimi mesi». Trionfalismo a tutto tondo che dovrebbe spingere l’editoria italiana ad andare in massa a scuola dal professor» Fanucci… Il quale, peraltro, annuncia novità strutturali.

Collane rivoluzionate. Estroso e vitale, Fanucci sta compiendo una «semplificazione editoriale». Era partito nel 1971 con la fantascienza nella quale, sino a qualche anno fa, si è identificata la sua sigla che annovera «classici di genere» come Lovecraft e Asimov, nuovi maestri come Neil Gaiman e Iain Banks, primo tra tutti Philip Dick del quale a ottobre
esce Next insieme all’arrivo del film con Nicolas Cage e Julianne Moore. L’editore ha poi virato l’orientamento iniziale (riducendo progressivamente la sciencefiction, «ormai superata dalla realtà», dal 50 al 5% della sua produzione) verso un più ampio concetto di «letteratura dell’immaginazione», tra i protagonisti Angela Carter, Erofeev, Borges, Ballard (del quale a ottobre esce, inedito per noi, e sempre apocalittico, L’allegra compagnia del sogno) e introducendo anche il dark, da Jim Thompson a Joe Lansdale, di cui ha «da adesso l’esclusiva», prossimo romanzo a settembre La ragazza dal cuore d’acciaio. Mentre, una tappa particolare è stata «Avantpop», itinerario di ricerca «fuori dalle distinzioni di scrittura alta e scrittura bassa », vedi Vollmann, Richard Powers,WuMing 5, ecc.

Vintage. «In questa unica collana farò confluire — racconta l’editore — "Atlantica",  "Immaginario", "Dark". Perché ormai la letteratura è talmente contaminata dai generi che non è più così evidente il confine tra mainstream e genere. La "Vintage" sarà una collana che nobilita il "genere" e al tempo stesso offre romanzi sofisticati a ettori meno abituati ma potenzialmente predisposti a questo tipo di letteratura. Sarà un’alternanza tra autori nuovi e affermati perché credo che in Italia si senta la necessità di leggere nuove voci». (Tra queste, il realismo dell’interessante esordiente Cristina Masciola con Razza bastarda). Altra collana in sviluppo «Gli Aceri», con thriller in tutte le sfumature (per l’appunto rosacrime). In autunno: Nel cuore della tormenta della bestsellerista americana Suzanne Brochmann, La stella di Babilonia di Barbara Wood «una scoperta di Mario Spagnol», il nuovo libro della Roberts Luci d’inverno, l’esordio di Paola Rondini con Miniature. Per «Teens», 50 mila copie d’inizio, La voce di noi due di Loredana Frescura e Alice e il cuore smarrito, primo romanzo dell’indiana-bolognese Shari Grilli; nella collana Junior l’ex mondadoriana Margareth May con La fantasia dei Maddigan. Anche per Fanucci uno dei punti di forza sembrano essere proprio i libri per i ragazzi: un «pac» di buone intenzioni e mercato.
 
Mirella Appiotti, "Tuttolibri", La Stampa, 28.07.2007
 
E se riprendesse pure a fare editoria di ricerca con una nuova collana d’esplorazione e di ricerca di scritture?

27 luglio 2007

Intervista a Guido Scarabottolo (assaggio)
 
Isabella Borghese, nell’ambito del suo progetto personale al corso di grafica editoriale di Oblique, ha intervistato l’illustratore Guido Scarabottolo. L’intervista e il breve saggio che la contiene saranno pubblicati presto sul sito di oblique.it. Eccone un breve estratto:
 
D: Ho sentito in un’intervista che non chiederesti mai a Saul Steinberg se apprezza i tuoi disegni. E che ricordi Paolo Guidotti, Federico Maggioni, Tullio Pericoli. Se ti cito Bruno Munari, Bob Noorda, Maurizio Ceccato, Riccardo Falcinelli, tra nomi risonanti e altri della nota grafica contemporanea, come qualificheresti ognuno di questi noti e importanti grafici? 

R: Nell’intervista citavo illustratori che si sono trovati a fare grafica, a parte Pericoli che di grafica non ne fa. Munari, per il quale provo grande affetto, credo abbia contribuito non poco alle mie scelte professionali.   Noorda lo sento più lontano, forse perchè ho frequentato meno il suo lavoro. Ceccato e Falcinelli sono molto più giovani di me e nel loro lavoro leggo una radicalità e delle possibilità evolutive che qualche volta mi trovo ad invidiare. 

D: In merito a Guanda. Come nasce la tua grafica Guanda? Cosa non ti piaceva della precedente veste? E per i suoi abiti attuali prevedi novità? Nuove idee? Pensi o hai in mente di cambiare qualcosa della linea attuale?  

R: Sono arrivato a Guanda come illustratore. Il lavoro grafico è derivato in qualche modo da questo. Quello che non mi piaceva tanto erano la presenza di cornici e una gran quantità di gabbie che, in teoria, avrebbero dovuto identificare le collane, e invece diluivano l’immagine della casa editrice. La nuova grafica è nata abbastanza empiricamente. Prima ho ridisegnato i tascabili e da questi è uscito, poco a poco, il resto. Come con le case: prima ci si abita per un po’, poi si capisce cosa fare. Così con Guanda, aspetto di capire cosa fare.