È in arrivo Corpus Christine
È stata Max Monnehay, nom de plume maschile dietro cui si nasconde una venticinquenne dal viso angelico e conturbante, ad attirare su di sé tutta l’attenzione della rentrée litteraire francese dello scorso anno. Merito di un romanzo d’esordio, Corpus Christine [in uscita il 9 novembre per la Castelvecchi editore], che le è valso il Prix du Premier Roman 2006. E di una scrittura immersa in un’atmosfera surreale, che è un torbido incrocio fra Stephen King e Amelie Nothomb. Metafora della parabola di una coppia scoppiata e della crudeltà di un amore ormai finito, il libro si presenta sotto forma di un lungo monologo grottesco del narratore, un uomo ridotto a larva che si trascina nel suo appartamento alla ricerca disperata di cibo, mentre la moglie continua a ingrassare impunemente arrivando a pesare 120 chili.
Come mai scrive sotto uno pseudonimo maschile?
Per divertirmi, ma anche per avere maggiore libertà. Ho scelto Max in onore di Henry Miller e del suo Max e i fagociti bianchi. Monnehay è il mio vero cognome.
Da dove è nata l’idea del libro?
Da un’immagine: un uomo sdraiato per terra perché non riesce a stare in piedi. In realtà volevo affrontare il tema della dominazione. In un rapporto fra due persone c’è sempre chi domina e chi è dominato, ma i ruoli possono di colpo invertirsi. Volevo uscire dal cliché dell’uomo dominatore violento e sadico.
A partire dal titolo, tutto il romanzo è percorso da un’ossessione per il corpo.
Volevo che le emozioni e le trasformazioni interiori dei miei personaggi avessero delle ripercussioni nei cambiamenti fisici. È più facile rendere l’impalpabile attraverso il palpabile. E credo che il corpo e lo spirito abbiano fra loro un legame permanente. Che le cicatrici dei corpi raccontino la storia dell’anima. […]
Il protagonista maschile nel romanzo è vittima di una "caduta" fisica e morale.
La caduta da un tetto del protagonista coincide con la scoperta della falsità del suo amore coniugale. Marito e moglie vivono insieme da anni ma non hanno alcun vero contatto, la comunicazione fra loro è scomparsa. È il problema principale delle coppie di oggi. […]
Benedetta Marietti, "Monologo di fame e d’amore", D della Repubblica, 27 ottobre 2007
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