Non ero diverso dai tanti miei compagni di studio: ma con Italo era una continua «rissa cristiana», per dirla poeticamente: «Io sono qui pronto a capire: ma “struggente” che razza di aggettivo è? Cosa vuole significare?».
«Dimmi, per cortesia, a cosa serve un’espressione come “in un trascolorare di tonalità”. Quante copie in più vendiamo con il tuo “trascolorare”?» «Non te l’hanno ancora spiegato che gli avverbi in -ente — guarda qui in due righe: “sottilmente” e “malinconicamente” — sono scostanti, anche perché faticosi da leggere?».
Guido Davico Bonino, Alfabeto Einaudi, Garzanti
Tag: Esattezza, guido davico bonino, italo calvino, Precisione, Scrivere un risvolto, scrivere una bandella
22 novembre 2007 alle 23:18 |
bellissimo.
23 novembre 2007 alle 12:27 |
Sono convinto che scrivere prosa non dovrebbe essere diverso dallo scrivere poesia; in entrambi i casi è ricerca d’un’espressione necessaria, unica, densa, concisa, memorabile.
(Lezioni Americane)