La dimensione terra terra di qualsiasi cosa
Piccolo sfogo, per un’amica che sa fare il suo lavoro.
È successo questo: una grande casa editrice decide di fare da noi due presentazioni. Gli autori sono dei comici scrittori. Rispettabilissimi, sia chiaro. Si è fatto il solito: tamburini e vari comunicati stampa, oltre all’inserimanto nell’agenda fnac che va un po’ dappertutto in città.
Le presentazioni sono andate così e così. Nel senso che c’erano le sufficienti 15 persone e devo dire la verità sono state anche divertenti. A tratti anche molto. Ad accogliere autori e accompagnatori quelli della fnac, con simpatia direi e con la solita professionalità (non ci sto in mezzo io stavolta, quindi potete crederci). Anche con il solito atteggiamento umile di chi sta nel Nebraska e fa quello che può. Dell’ufficio stampa della grande casa editrice neanche l’ombra. E soprattutto lavoro alle spalle dell’ufficio stampa della grande casa editrice neanche una benemerita ombra. Mi chiedo, ma che fa il grande ufficio stampa di una grande casa editrice. Io quando facevo quella cosa lì, e quando c’era una presentazione un minimo ci lavoravo. Oltre a fare anch’io tamburini e altro, cercavo di coinvolgere il coinvolgibile e muovevo il culo anche in Alaska per accompagnare autori e no (ringrazio il mio ex direttore editoriale per questo, in questo era un grande). E quando stavo lì mi facevo sempre il benemerito culo perché tutto procedesse bene, in collaborazione con la responsabile del punto vendita. E se la presentazione andava bene accendevo un cero a San Gennaro, perché spesso è un mezzo miracolo. E quando andava male non certo facevo quello che fa il grande ufficio stampa della grande casa editrice. Che manda una mail al capo comunicazione della fnac (vi ricordate i bambini deficienti che vanno dalla maestra?…), dicendo che non è soddisfatta del lavoro della comunicazione della fnac di Roma e che non vuole più saperne di fare presentazioni qui. Ho pensato varie cose. La prima: che caro ufficio stampa della grande… dopo questa mail prenditi un paio di settimane di ferie. Sono un po’ preoccupato. Cioè vai al lavoro, accendi il computer, cerca di capire che devi fare nella vita, capisci che devi fare qualcosa, mandi la mail suddetta… Mi sembra già abbastanza per questo mese. Ma te l’hanno pagata come straordinario questa mail? La seconda: vi ricordate obbligazioni di mezzo e di risultato? Ebbene a credere che sia il lavoro dell’ufficio stampa una obbligazione di risultato non sono solo i direttori editoriali e gli editori, ma anche gli uffici stampa delle grandi case editrici. Che sono grandi solo perché hanno il laghetto…