La perdita
La tua scrittura era anche la tua paura,
il terrore a volte, che tutti
i tuoi regali di nozze, i tuoi sogni, tuo marito
ti sarebbero stati portati via
dai folletti del terrore. La macchina da scrivere,
ti avrebbero portato via. La macchina da cucire. I figli.
Tutto ti avrebbero portato via.
Questa paura aveva il colore della tua scrivania,
ne conoscevi quasi i tratti.
Quella grana era come una pelle, potevi accarezzarla.
Ne sentivi il gusto nel tuo caffè con latte.
Faceva un rumore come quello della tua macchina da scrivere.
Si nascondeva nei tuoi stessi amuleti —
La tua sirena di terracotta sul camino.
La pentola di rame per la fonduta. La biancheria di casa.
Le tue tende.
Tu li fissavi. Sapevi che era lì.
Si nascondeva nella tua penna Schaeffer —
Era il suo posto preferito, quello. Ogni volta che scrivevi
ti fermavi, a metà parola,
per guardarla più da vicino, nera, grassa,
tra le tue dita —
il terrore montante che da un momento all’altro
sarebbe straripato e ti avrebbe portato via
tuo marito, i figli, il corpo, la vita.
Tu lo vedevi, lì, nella tua penna.
Qualcuno si è portato via anche quella.
Ted Hughes, Apprensioni
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