Facebook vive o vegeta?
Insomma, posso dirlo? Quant’è patetico l’essere umano su facebook, quant’è sfigato. Lasciamo perdere le foto di famiglia, le foto dei viaggi, le foto dei fidanzati, le foto incinte e dei figli appena partoriti, le foto delle feste di compleanno. Ti capitava anche nella vita fuori da internet, prima di facebook, quando andavi a trovare un amico, di sorbirti le foto del matrimonio a cui non eri andato, dandoti per malato, apposta per non esserci, per non assistere. Invece con i narcisismi allo scoperto, nudi e crudi, sbattuti sulle foto dei profili, lì non c’è speranza. Su http://www.faceinhole.com metti la foto della tua faccia in una sagoma bucata, come accadeva nei Lunapark di un tempo, e puoi figurare come Napoleone, Totò, Berlusconi o Scarlett Johannson, e la gente non sta nella pelle, va lì, realizza il fotomontaggio, e lo usa come immagine personale. C’è lo scrittore Fulvio Abbate che subito ficca la testa nel buco virtuale e si trasforma in un papa. Senza capelli, con la papalina, è uguale a Pippo Franco al Bagaglino, altro che papa, glielo scrivo in bacheca ma non risponde, forse si è offeso. La permalosità su facebook non ha eguali (e non avrai mai rotto un’amicizia davvero se non la elimini da facebook, o peggio la “blocchi”, non c’è affronto peggiore). C’è un’autrice televisiva, una tale Rachele Zinzocchi, che piazza la propria faccia in una cornice, al posto della Gioconda, virtualmente collocata in un museo tipo Louvre, con tanto di visitatori che la guardano estasiati. Per non dire delle finte copertine di riviste internazionali, Esquire, Vanity Fair, Newsweek, e i siti che ti consentono di stamparti sulla copertina, come la mia amica, ex giornalista del Corriere della Sera e ufficio stampa Armani, Adriana Mulassano, che si piazza su facebook e sulla copertina di Time come “Woman of the year”. Non ci vuole molto, basta andare su http://www.magmypic.com e chiunque di voi può essere la donna e l’uomo dell’anno o della settimana, solo che, sappiatelo, fate veramente pena. Come i fan club, oggi chiunque se ne può fare uno, e meno si è più ci sono fan club. L’editore Alberto Castelvecchi ha un fan club, ci sono 120 persone, i fan club su facebook sono un fai-da-te ma sono una cosa veramente triste. Anche Angelo Crespi, direttore del Domenicale, ha un fan club, “Gli amici di Angelo Crespi”, che sono 133, niente a confronto di uno dei tanti veri e casuali fan club di Simona Ventura, con 25549 fan, dove perfino il gruppo “Uccidiamo Simona Ventura” ne conta 1398. Tuttavia, essendo l’ambizione massima quella di andare in televisione, non poteva mancare tutto un proliferare di foto in cui si è “fintamente” in televisione, oppure regressioni infantili dove la vita è più sopportabile se si diventa un cartone animato. Sicché vai su http://www.sp-studio.de e ti trasformi in un personaggio di South Park. Io stesso, pure essendo io, non ho resistito, e mi sono rappresentato prendendo a mia immagine e somiglianza il dipinto di una crocifissione, solo che ho inchiodato la scritta facebook al posto della scritta I.N.R.I., e molti “amici” hanno abbandonato la mia pagina perché blasfema, se lo sapevo ci pensavo prima. I più kitsch utilizzano gli effetti speciali di Photo Boot, programma in dotazione a qualsiasi Macbook, per ritrarsi in stile Warhol e sentirsi fighi, sfigatissimi che non sono altro. Altri lavorano le proprie immagini usando il più professionale Photo-shop, oppure il sito http://www.befunky.com, che fa sembrare un figo qualsiasi cesso, per apparire pastellati, acquarellati, vetrofanati, ombreggiati, sfumati, antichizzati, levigati, schizzati, scontornati, smaterializzati. Con http://www.channel4.com/entertainment/t4/microsites/M/makingfaces potete anche creare la vostra faccia, una faccia vostra anche se non è la vostra, la vostra faccia virtuale. Presto la chirurgia estetica scomparirà, basterà restare chiusi in casa e rifarsi i connotati su facebook. D’altra parte anche Rimbaud diceva che «io è un altro», e si riferiva all’io letterario, narrativo, poetico, e va bene anche qui, chiunque può essere bello su facebook, basta avere il culo di non incontrarlo mai nella vita. La verità è che siamo alle solite, essere se stessi non basta a nessuno. La verità è che i veri vip non hanno una pagina di facebook, ne hanno molte e tutte finte, aperte da altri sfigati emblema della vera notorietà di chi vorrebbero falsificare. Alcuni, come Michelle Hunziker, fingono di lamentarsene a Striscia la notizia, in verità, se sono furbi, non gliene frega niente, anzi, si lamenterebbero se nessuno li clonasse, e infatti chi non è clonato o clona gli altri o si clona da sé. Dietro di loro c’è qualche sfigato che si finge loro, e che è utile a entrambi per sentirsi qualcuno, sia a chi è noto davvero, sia a chi brilla, nel buio, di luce riflessa. Perfino i test, che si diffondono su facebook come virus, mentono spudoratamente, e spudoratamente se ne accolgono e si diffondono i risultati. La regola è: compiacere a ogni costo. A parte i test assurdi (l’ultimo me lo segnala la mia cara Anna Caragnano, “Scopri che taglia hai di reggiseno”, e lei «Ma chi li inventa? Ho una quinta, vuoi che non lo sappia già?»), si prendano i testi onomastici: se ti chiami Maria, fai il test e viene fuori il «vero significato del tuo nome», e immancabilmente sei Meravigliosa Angelica Romantica Ilare Attraente. Mai una Merda Arrogante Rompicoglioni Isterica Affanculo, come è statisticamente probabile che sia questa Maria, che hai tra i tuoi “amici”, e non sai neppure chi sia.
Massimiliano Parente, Libero, 29 maggio 2009