Archive for settembre 2010

30 settembre 2010

Lo stato delle cose

“Je suis l’Empire à la fin de la décadence”, così, a scuola, ci hanno spiegato la langue, che si aggirava per l’Europa.
“Je suis le Vingts ans Grotesque à la fin de la décadence”, così riscriverebbe un Verlaine minore, dopo aver visto il plebiscito d’aria che ha ottenuto il governo Berlusconi.
È molto difficile scrivere degli e negli anni che stiamo vivendo in Italia.
Ieri, ho ripreso Gli indifferenti di Moravia e Eros e Priapo di Gadda. I libri italiani più importanti e lucidi sulla nascita silente dei regimi, antibiotici infallibili della democrazia. Li ho sfogliati e letti in giro, ritrovandone personaggi e atmosfere, come se fossi da poco passato dal sillabare alla lettura.
Il fascino assai discreto della classe dirigente, rappresentate delle emotività e delle intelligenze italiche, invalida qualunque immaginario. Il cocktail fra lo spettacolo della politica e la volontà di rappresentazione, l’incesto fra pubblico e attori, mille miglia lontano dall’utopia dell’avanguardia, inaridisce ed elimina la possibilità della rappresentazione stessa.
L’Italia non è un Paese per scrittori. Eppure, dopo aver letto Gadda e Moravia, ho scritto una paginetta breve e intensa, registrando tutto quello che avevo visto, come se avessi appena imparato a scrivere: soggetto, predicato e qualche complemento.

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30 settembre 2010

Cose che mai

Da qualche parte Baldwin ha scritto di qualcuno che aveva “una ferita che non sarebbe mai guarita”, ma non ricordo dove. Ha scritto anche di un arto mancante, perduto ma ancora dolorante. Forse qualcosa dentro di me non è più intatto. Forse qualcosa è stato reciso o si è spezzato.
 
Michael Thomas, Un uomo a pezzi, di prossima uscita per Nutrimenti-Greenwich

30 settembre 2010


Charles Burns

30 settembre 2010

Non sto pensando a niente

Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l’aria notturna,
fresca in confronto all’estate calda del giorno.
Che bello, non sto pensando a niente!

Non pensare a niente
è avere l’anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita…
Non sto pensando a niente.
È come se mi fossi appoggiato male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente…

Fernando Pessoa

29 settembre 2010

In principio


Indeed, it's estimated that over 90 percent of what the Sumerians wrote down only served an administrative function. Writing, in other words, began as nonfiction. But unfortunately it was the worst kind of nonfiction there is: informational, literal, nothing about it mattering beyond the place it held for facts. Nevertheless, the efficiencies that writing introduced to their markets helped the Sumerians people become the richest in the world, their home slowly growing from an outpost of huts to a kingdom of broad boulevards and giant apartment blocks. The culture grew nonstop like this for almost five centuries, their tallies, receipts, and records the only literature they produced. And because of this success the gods began to notice Sumer, looking down and seeking those many marketplaces, those huge apartment blocks, the clanging carts on paved streets, the butchers and the potters and the prostitutes and the beggars – the ceaseless shapeless clattering of the who-what-when-where-why.

John D'Agata, The Lost Origins of the Essay

Da Almanacco Americano

29 settembre 2010

Si migliora con il passare degli anni

Sono logoro di sogni;
Un tritone di marmo, roso dalle intemperie
Tra i fiutti;
E tutto il giorno guardo
La bellezza di questa signora
Come avessi trovato in un libro
Una bellezza dipinta,
Lieto d’aver riempito gli occhi
O l’orecchio sapiente,
Felice d’essere saggio e non altro,
Perché gli uomini migliorano con gli anni;
Eppure, eppure,
È un mio sogno questo, o è la verità?
Oh, ci fossimo incontrati
Quando avevo la mia ardente giovinezza!
Ma io invecchio tra i sogni,
Un tritone di marmo, roso dalle intemperie
Tra i flutti.
 
William Butler Yeats, Gli uomini migliorano con gli anni

27 settembre 2010

27 settembre 2010

Appartenersi

A come Appartenenza

L’appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l’appartenenza è avere gli altri dentro di sé.

Giorgio Gaber, Canzone dell’appartenenza

26 settembre 2010

Finezza redazionale adelphiana
 
Dovevo rifiutare lui e i suoi soldi. Alla domanda: «E poi come vado avanti?», Linda mi rispondeva: «Ti rispòsi, te ne trovi un altro. Non capisco che aspetti a farlo».
 
Letizia Muratori, Sole senza nessuno, Adelphi, pag. 23

26 settembre 2010

Sogni—

Sognavo di crociate, spedizioni senza resoconto, repubbliche senza storia, guerre religiose soffocate, rivoluzioni di costumi, spostamenti di razze e continenti: credevo a tutti gli incantesimi.
 
Arthur Rimbaud, da "Alchimia del verbo", Una stagione all’inferno