Ancora sugli sconti e sulle librerie
La legge sullo sconto che pare passi a novembre è la solita democristianata all’italiana. In pratica fissa lo sconto massimo che una libreria può fare al 15%. Oggi — come in Inghilterra — si fa quel che cacchio pare. E qui — come mai in Inghilterra — non si cresce con le vendite, gli editori non ne guadagnano più di tanto per un’infinità di motivi e le piccole librerie sono svantaggiate, come abbiamo spiegato qualche maccaroni fa.
Il 15% di limite non cambia nulla, perché in ogni caso le piccole librerie continueranno a non poter seguire gli sconti, perché con un margine di media del 30% comunque una perdita della metà è ancora troppo alta. A quel punto se vuoi fare un cambiamento fai come in Francia e fissa il tetto massimo al 5% e vediamo che succede.
Ma poi niente si è detto sulle promo. In altri paesi le promo sono regolamentate per frequenza e periodi. Questa legge nulla regola, e di conseguenza gli editori possono fare quante promo vogliono e nulla osta a inserire nelle promo magari qualche novità e aggirare il limite del 15%.
Ecco il perché è una legge che alla fin fine poco cambierà e che nell’ambiente librario poco si parla. Qualcosa fa, ma poco.
Tra l’altro lavoro da tre settimane in una libreria che non fa nulla di sconto sulle novità. Niente. Non c’è un libro scontato e attorno ci sono librerie che fanno sconti su quasi tutte le novità più importanti. Segue — perché non potrebbe fare altrimenti — le promo. Nonostante ciò è tra le prime librerie in Italia, per qualità, fatturato e bellezza. Una regolamentazione seria dello sconto farebbe venir fuori sempre queste qualità, laddove vi siano…
17 settembre 2010 alle 17:50 |
ma tu non lavori alla fnac?!
19 settembre 2010 alle 13:41 |
lavorava. non sei attento/a. se avessi letto i precedenti post l'avresti saputo. più attenzione, non distraiamoci.checco
21 settembre 2010 alle 10:23 |
Ora Graziani lavora al nord, in un'altra libreria. A quanto pare non può dire dove.M.(VI basti M.)