Archive for ottobre 2010

Inviolabile 

30 ottobre 2010

Perciò trovato in quei libri anche la gloria della tua incorruttibilità, trasformata in idoli e simulacri di ogni generi foggiati a immagine dell’uomo corruttibile e degli uccelli e dei quadrupedi e dei serpenti.

Agostino

28 ottobre 2010

Addii

Buongiorno, notte prende una nuova forma. Si rinnova, continuando a percorrere l’invisibile filo delle cose. La pubblicazione resta il giovedì notte, ma ad ogni data di pubblicazione corrisponderà una sezione speciale:
il ritratto di un personaggio amato o odiato, in vita o defunto, immaginario o reale;
il racconto a tema, si inizia con una serie sui dieci comandamenti;
la recensione di cinema, teatro, letteratura o arte;
e, infine, il fatto del mese, una riflessione sul contemporaneo personale e /o politico.
A giovedì prossimo.

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28 ottobre 2010

L'inchiostro preferito di Irène Némirovsky

All'inizio [di ogni manoscritto] c'era la scelta della penna stilografica… Ricordo ancora benissimo mamma seduta alla poltrona verde mentre scriveva con la sua famosa penna Bel Azur e il suo inchiostro preferito "azzurro dei Mari del Sud". Riusciva a scrivere solo con quell'inchiostro! Ho saputo dai suoi biografi che in un primo tempo scriveva con un inchiostro nero. Era mio padre che le regalava le penne stilografiche, e ciascuna aveva il suo nome.

Testimonianza della figlia Denise

27 ottobre 2010

Infinito

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Stefano De Luigi, Yellow, spirali architettoniche, Bilbao, Spagna.

27 ottobre 2010

I Wanna Hold Your Hand


Mr. Hogg told us that Brian Epstein and George Martin wrote the Lennon/Mc Cartney songs. The Fab 4 only played on the records—if they did anything at all. (Hogg doubted whether their hands had actually touched the instruments.)

Sitting in my bedroom listening to the Beatles on a Grundig reel-to reel tape-recorder, I began to see that to admit to the Beatles’ genius would devastate Hogg. It would take too much else away with it. The songs that were so perfect and about recognizable common feelings— “She Loves You”, “Please, Please me”, “I Wanna Hold Your Hand”— were all written by Brian Epstein and George Martin because the Beatles were only boys like us: ignorant, bad-mannered and rude; boys who’d never, in a just world, done anything interesting with their lives. This implicit belief, or form of contempt, was not abstract. We felt and sometimes recognized—and Hogg’s attitude toward the Beatles exemplified this—that our teachers had no respect for us as people capable of learning, of finding the world compelling and wanting to know it.

Hanif Kureishi, "Eight Arms To Hold You"

Da Almanacco Americano

Bianco e nero

26 ottobre 2010

Non mi piace il bianco. Il bianco è il colore dell’impotenza e della dannazione, il colore del soffitto d’ospedale e delle sue lenzuola. Cura e tutela garantite, silenzio e quiete: il nulla. Il nulla della vita d’ospedale che scorre all’infinito.
Il nero è il colore della lotta e della speranza. Il colore del cielo notturno, lo sfondo fermo e nitido dei sogni, delle brevi pause fra gli intervalli diurni, bianchi e sterminati, delle infermità fisiche. È il colore del sogno e della fiaba, il colore del mondo dietro le palpebre chiuse. Il colore della libertà, il colore che ho scelto per la mia sedia a rotelle elettrica.

Rubén Gallego, Bianco su nero, Adelphi

25 ottobre 2010


Lorenzo Mattotti

25 ottobre 2010

Io ti vorrei bastare

A come Abbasta’

“Io te vurria vasa’”, sospira la canzone
ma prima e più di questo io ti vorrei bastare,
io te vurria abbasta’,
come la gola al canto come il coltello al pane
come la fede al santo io ti vorrei bastare.

E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
in nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei bastare,
io te vurria abbasta’.

“Io te vurria vasa’”, insiste la canzone
ma un po’ meno di questo io ti vorrei mancare
io te vurria manca’,
più del fiato in salita
più di neve a Natale
di benda su ferita
più di farina e sale.

Erri De Luca, Variante di canzone

Non fare il buffone di corte

25 ottobre 2010

[…] Non essere insoddisfatto del tuo destino, sei un eletto.
Non cercare scuse morali per coloro che hanno tradito.
[…]
Le tue parole sono le più preziose.
[…]
Non credere all’immortalità degli scrittori, sono fesserie da professori.
[…]
Non fare il commediante, i boiardi sono abituati al divertimento.
Non fare il buffone di corte.
[…]
Guardati dalle mezze verità.
Quando tutto il mondo fa festa, non c’è ragione che anche tu vi prenda parte.
[…]
Non discutere con ignoranti di cose che sentono da te per la prima volta.
Non avere una missione.
Guardati da coloro che hanno una missione.
Non credere al “pensiero scientifico”.
Non credere all’intuizione.
Guardati dal cinismo, anche dal tuo.
[…]
Non cercare per lui circostanze attenuanti.
[…]

Danilo Kiš, Homo poeticus, Adelphi

21 ottobre 2010


Arman