Archive for dicembre 2010

30 dicembre 2010

Prospettiva

"The view, strictly speaking, is the product of a separation of leisure and labour," I said. I had no idea if what I was saying as accurate – I was making it up as I went along – but I carried on regardless. "Not surprisingly then, this view is improved by – in fact, almost demands – the sight of people toiling in its midst, actively engaged in its creation and preservation. It's like that bit in Jean de Florette or  Manon des Sources when Gerard Depardieu asks a peasant if he likes the view. The peasant doesn't know what he's talking about. You have to be a stranger to the the landscape to regard it as a view.

Geoff Dyer, Yoga for People Who Can't Be Bothered to Do It

Dal 2011 Almanacco si prende una pausa di durata ancora indefinita. Grazie a tutti e di cuore per aver letto e commentato, e buon anno.

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29 dicembre 2010

Questione di attimi

Un giorno Bresson si reca a far visita al fotografo Cecil Beaton, che non vede da alcuni anni. All’improvviso, nel vivo della conversazione, questi gli dice:
«Mi permetta di farle un ritratto…»
Cartier-Bresson non glielo permette, in compenso però gli chiede l’autorizzazione a fare altrettanto.
«Ah no!», replicò Beaton. «Non vedo per quale motivo dovrei concederle quello che lei mi rifiuta! Do ut des…»
«Pazienza. Mi permetta, però, di dirle che io ho comunque un vantaggio su di lei: ho ancora qui, in testa e negli occhi, gli istanti in cui avrei potuto farle qualche foto».
  
D
a Pierre Assouline, Henri Cartier-Bresson. Biografia di uno sguardo, Photology

28 dicembre 2010

27 dicembre 2010

Tronco senza rami

A come Autunno

Ho paura di perdere lo stupore
dei tuoi occhi di statua e il ritmo
che mi posa di notte sulla guancia
la solitaria rosa del tuo respiro.

Mi angoscia essere su questa riva
tronco senza rami; e quel che più mi spiace
è non avere fiore, polpa o argilla,
per il verme della mia sofferenza.

Se tu sei il tesoro occulto mio,
se sei mia croce e mio dolore bagnato,
se sono il cane ai tuoi comandi,

non mi far perdere quel che ho ottenuto
e decora le acque del tuo fiume
con foglie del mio autunno sconvolto.

Federico G. Lorca, Sonetto del dolce lamento
 

26 dicembre 2010

Il modo c'è 

Il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo.
 
José Saramago

26 dicembre 2010

Feltrinelli sbarca in Spagna
 
Carlo Feltrinelli va all'assalto della Spagna. Ha appena firmato a Barcellona un accordo con il fondatore e direttore di Editorial Anagrama Jorge Herralde. In un comunicato si legge che "Effe 2005, la holding del Gruppo Feltrinelli, acquisisce il 10% di Anagrama e andrà aumentando la propria partecipazione fino al 49% nel quinquennio successivo al suo ingresso. Il controllo e la direzione editoriale saranno gestiti da Jorge Herralde e da Eulalia Gubern. Una volta trascorsi i cinque anni, Feltrinelli completerà l'acquisizione delle azioni, salvo una piccola partecipazione di Jorge Herralde". Carlo Feltrinelli ha aggiunto: "Sono molto felice di poter collaborare con un editore che stimo moltissimo e che il primo passo della Feltrinelli fuori dall'Italia sia con una casa editrice storica e indipendente come Anagrama".

tratto da affaritaliani.it

25 dicembre 2010

Noi credevamo. On Revolution
 
Brevemente, il film di Mario Martone, tratto da un romanzo di Anna Banti, scritto dal regista partenopeo e da Giancarlo De Cataldo è una storia di amicizia, passione civile, tradimento e bilanci sia politici che esistenziali che portano ad esiti piuttosto fallimentari.
Domenico, l’intellettuale innamorato del sogno di un’Italia democratica e repubblicana, che riesce a mettere insieme passione rivoluzionaria e discussione politica razionale, Salvatore, popolano e innocente, vittima sacrificale delle divisioni interne della Giovane Italia e degli estremismi ideologici, e, infine, Angelo, disperato rivoluzionario che vede solo nella lotta la soluzione, vivono da punti di vista diversi e da orizzonti diversi il senso stesso della rivoluzione. Questi personaggi provano la gioia prima della rivoluzione, l’esaltazione della vittoria e la delusione di un esito lontanissimo da come avevano sperato, ecco il motivo dell’imperfetto storico del titolo che dà la speranza di un azione che continua silente nel tempo, ma ne annuncia anche la cristallizzazione.
Il film di Martone è un feuilleton dai toni melodrammatici, che, attraverso un andamento da grande opera verdiana, quasi come se il regista ci invitasse ad alzarci e a gridare gli evviva senza anagrammi sabaudi, ci consegna una riflessione lirica, meridionale, passionale e, sì, anche “gramsciana” del Risorgimento.
Una visione che dà a questo cinquantesimo anno un ricordo vivo, fatto di carne e sangue, di coloro che hanno fatto l’Italia: strateghi, dottori della politica, teorici, filosofi, borghesi e intellettuali, ma anche popolani e sovversivi. Senza alcuna retorica patriottica, il film racconta l’Italia, scoprendone le cause primi dei mali che l’attanagliano, nell’unico modo in cui si può parlare di questo paese, pieno di rivoluzionari e spiriti rivoluzionari, ma senza rivoluzioni, cioè in modo critico e poetico.

25 dicembre 2010

Sapori delle feste 

Era Natale. Attraversavo la vasta pianura. La neve era come vetro. Faceva freddo. L’aria era morta. Non un movimento, non un suono. L’orizzonte era circolare. Nero il cielo. Morte le stelle. Sepolta ieri la luna. Non sorto il sole. Gridai. Non mi udii. Gridai ancora. Vidi un corpo disteso sulla neve. Era Gesù Bambino. Bianche e rigide le membra. L’aureola un giallo disco gelato. Presi il bambino in mano. Gli mossi su e giù le braccia. Gli sollevai le palpebre. Non aveva occhi. Io avevo fame. Mangiai l’aureola. Sapeva di pane raffermo. Gli staccai la testa con un morso. Marzapane stantio. Proseguii.
 
Friedrich Dürrenmatt

25 dicembre 2010

Priorità

"Vi prego, Petr Petròviĉ", disse Dunja, "piantiamola di parlare del signor Svidrigàjlog. Mi mette tristezza".
 
Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo

23 dicembre 2010

Nostos
https://luccone.files.wordpress.com/2010/12/0c7e17c8714cbb56ff494d7c4194262e_medium.jpg
Pur: that one word contains for me the secret, the bright, terrible clarity of ancient Greek. How can I make you see it, this strange harsh light which pervades Homer's landscapes and illumines the dialogues of Plato, an alien light, inarticulable in our common  tongue? Or shared language is a language of the intricate, the peculiar, the home of pumpkins and ragamuffins and bodkins and beer, the tongue of Ahab and Falstaff and ms. Gamp; and while I find it entirely suitable for reflections such as these, it fails me utterly when I attempt to describe in it what I love about Greek, that language innocent of all quirks and cranks; a language obsessed with action, and with the joy of seeing action multiply from action, action marching relentlessly ahead and with yet more action filing in from either side to fall into neat step at the rear, in a long straigh rank of cause and effect toward what will be inevitable, the only possible end.

Da The Secret History di Donna Tartt