Inno nazionale. Rob si alzò e andò dietro al bancone. Si mise vicino a Stacey, spillò un altro giro e posò i soldi accanto alla cassa. Qualcuno cantava. Alzò lo sguardo e incrociò quello di suo padre seduto al tavolo. Non riusciva a dare un volto alle voci che cantavano forte in fondo alla stanza. Del fumo azzurro aleggiava davanti al primo piano di Beckham sul grande schermo. Suo zio Jim si mise a cantare a squarciagola, imitato da Glenn. God save the Queen. Send her victorious, happy and glorious.
Andre comincia a leggere, sai, Stace.
Rob lasciò perdere chi cantava e si rigirò verso di lei, nel tentativo di sbirciarle il seno mentre si chinava a prendere un pacchetto di patatine sotto al bancone, poi lanciò un’occhiata a Glenn per accertarsi che non lo avesse beccato a guardare la sorella.
Me l’hai già detto mille volte, rispose lei. Ma sai quanto gli serve.
Perché?
Mica gli ricuce la faccia, no?
No, ma imparare a leggere è importante.
È tardi ormai. Vuoi aspettare che compie tredici anni per imparargli a leggere?
Stava per chiederle di provarci lei, ma si morse la lingua e disse con aria mite: Però ci sta riuscendo, giuro.
Anthony Cartwright, Heartland, 66thand2nd