Antibes, 16 marzo 1955
Sta nella sera, che scende con il passo di un araldo. Scrive. Al suo mercante, Jacques Dubourg, scrive: “Non ho la forza di finire i miei quadri”. Lascia sul cavalletto l’abbozzo del Concert, musica ferita. Apre la finestra del suo studio e si butta disotto, su quelle mura di pietra in faccia al mare. Cos’è una vita se non sai più dipingerla?
Eugenio Baroncelli su De Staël, tratto da Falene, Sellerio
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