Ogni anno affittiamo una casa in riva al mare e all’inizio dell’estate ci trasferiamo lì in macchina con i bambini, il cane, il gatto e la cuoca. Arriviamo in quel luogo che non conosciamo poco prima che faccia buio. Il viaggio verso il mare ha un eccitamento cerimonioso tutto suo – sono tanti ormai gli anni che lo viviamo – con quella consapevolezza di chi siamo – ciò che nei sogni abbiamo sempre saputo di essere – girovaghi e migranti – viaggiatori, insomma, con la tipica sensibilità del viaggiatore. Non chiedo mai troppe informazioni sulle case che prendiamo in affitto, e così è stato per il castello di legno con tanto di torre, per la palafitta, per il cottage ricoperto di rose nello Staffordshire, e per la bella villa nel Sud che si profilava nelle ultime luci del mare, nell’immenso fascino dell’ignoto. Il vicino ti dà un mazzo di chiavi mezzo arrugginite dalla salsedine, tu apri la porta ed entri in un corridoio buio o pieno di luce, pronto a iniziare la vacanza: un mese che si preannuncia senza preoccupazioni.
John Cheever, “Le case al mare”, Fandango
Tag: fandango, incipit, John Cheever, Le case al mare, racconti
Rispondi