È un libro ambizioso e singolare: intellettualmente e letterariamente assai interessante, ma non privo di irregolarità, goffaggini, cadute di stile; ha parti potenti e di intensa fantasia, ha pagine di un respiro affascinante; non è un libro perfetto, ma certo è un libro del tutto inconsueto. È la storia di una comunità laica anglicana, che vive all’ombra di un’antica chiesa, presso un convento di suore; in questa comunità entrano due figure ad essa variamente incongrue, che finiranno col distruggerla. Una è Dora, una donna di immature strutture psicologiche, con molti caratteri della sgualdrina innocente; l’altro — la massima invenzione del libro — è Michael, un uomo che ha tutta la vocazione psicologica del santo, ma che è costantemente portato a rovina da impulsi omosessuali; impulsi, anche questi, stranamente innocenti, anzi oscuramente legati alla bontà, gentilezza, religiosità di Michael. Non è un libro facile: non solo perché rappresenta un mondo morale…
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