Eccomi dunque di nuovo steso sul letto inclinato all’indietro a meditare sui vari modi di togliersi la vita, tra tutti penso che il meno complicato siano senz’altro i barbiturici per quanto non è che in casa ho i barbiturici, se ne avessi comunque non esiterei a impiegarne una dose abbondantemente mortale per non rimanere a metà strada come fanno tanti, che conta la vita se ormai perfino la ragazzetta se n’è andata, dicono che i topi se ne vanno dalla nave quando presentono il naufragio e io sono proprio finito, non ho neanche avuto la forza di togliere i vocabolari da sotto i piedi del letto sebbene ormai non esistano dubbi circa la loro scarsa utilità, non è da pensare che si possa porre rimedio ad una tubercolosi renale con un paio di vocabolari, a una malattia del genere non si può contrapporre che la morte magari col gas se mancano i barbiturici, però quanto è triste morire soli abbandonati da tutti guarda un po’ a quale condizione mi ha portato colui che voleva vendicarsi del mio abbandono, è il sistema del contrappasso a quanto sembra, comunque non riesco a convincermi che proprio tutti mi abbiano abbandonato e in effetti dopo un poco sento suonare alla porta e sarebbe bellissimo se fosse la ragazzetta così potrei darle un appropriato addio sul limite estremo della vita, invece non senza delusione constato che è il medico di casa del cui abbandono a dire il vero non mi sarebbe importato gran che […].
Giuseppe Berto, Il male oscuro, Rizzoli
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