
Lila sapeva come sarebbe andata davvero. Un giorno lei e il bambino sarebbero stati a guardare mentre calavano John Ames nella fossa, Mrs Ames da una parte e il padre, John Ames, dall’altra, insieme alla madre e al piccolo John Ames e alle sue sorelle, un piccolo giardino di Ames, tutti interrati là in attesa della resurrezione. Sapeva che era assurdo, ma se li immaginava sempre che spuntavano un giorno di giugno, proprio in mezzo alle rose, senza spezzare un gambo né ammaccare un petalo. Si stringevano la mano, si davano pacche sulle spalle, troppo presi dalla circostanza per notare i suoi fiori. Tranne Mrs Ames, che si abbassava per coglierne uno e mostrarlo alla bambina: Questa è una rosa. Guarda com’è fresca, senti come profuma. La teneva lontana dalla mano della bambina perché nel mondo che avevano lasciato c’erano le spine. Quel giorno sarebbe potuto arrivare tra mille anni. Ma presto, prima che raggiungesse l’età dello sviluppo, il bambino, in piedi al suo fianco, le avrebbe chiesto dove sarebbero stati sepolti loro, lui e lei, perché i posti erano tutti occupati, e Lila avrebbe risposto: Fa niente. Vagheremo un po’. Fino ad arrivare in nessun luogo, e ci troveremo bene. Ho degli amici là.
Avrebbe mantenuto tutte le promesse fatte, il bambino avrebbe imparato Santo, santo, santo e il Salmo 100. Avrebbe pregato prima di mangiare, a colazione, pranzo e cena, finché lei avesse avuto voce in capitolo. Ogni giorno di ogni anno che avrebbe vissuto a Gilead avrebbe ricordato ciò che era accaduto proprio quel giorno, ripassandolo mentalmente così da poter dire, prima o poi: Una volta, quando ancora non camminavi, lui ti portò a pesca. Teneva la canna e il cestino in una mano e te nell’incavo del braccio e si incamminò lungo la strada nel sole del mattino, a lunghi passi come un uomo più giovane, parlandoti, ridendo. Un’ora dopo tornò, posò il cestino vuoto sul tavolo e disse: – Abbiamo piantato la canna e abbiamo guardato le libellule. Poi ci siamo stancati un po’ –. E che sguardo le aveva rivolto, dal dolore che gli dava la felicità. Come se le dicesse: Quando sarà abbastanza grande da capire, raccontagli del giorno in cui siamo andati a pesca. Allora lei gli disse: – Dovresti mettere tutto per iscritto –.
Marilynne Robinson, Lila, Einaudi, traduzione di Eva Kampmann