Archive for Maggio 2017

È in una solitudine che lei non sente affatto

22 Maggio 2017

Stamani visita liscia. La Viola si è un po’ calmata. Sembra una libellula. Magra, spiritata, agile. È ancora tutta canti di chiesa ma di umore sereno. È ancora in cella. Nuda, un materasso per terra. È in una solitudine che lei non sente affatto.
(Le donne magre con l’andare degli anni mantengono di più il respiro giovanile.)

Mario Tobino, Le libere donne di Magliano, Oscar Mondadori

Pubblicità

È bello quassù

17 Maggio 2017

Quando la collina si raddolcì, cominciammo a vedere dall’alto le colline, la valle, la pianura di Torino. Non ero mai stata a Superga. Non sapevo che fosse così alto. Certe sere, dai ponti di Po, la si vedeva nera e ingioiellata di una corona di luci, una collana gettata per storto sulle spalle di una bella signora. Ma adesso era mattino, era fresco e c’era un solo d’aprile che riempiva tutto il cielo.
Momina disse: – Non ce la faccio più. – Venne a fermarsi contro un mucchio di ghiaia. Il radiatore fumava. Allora scendemmo e guardammo le colline.
– È bello quassù, – disse Rosetta.
– Il mondo è bello, – disse Momina, venendoci dietro, – se non ci fossimo noi.

Cesare Pavese, Tra donne sole, Einaudi

 

Il Fat Charlie’s è ovunque

9 Maggio 2017

kfish-large_trans_NvBQzQNjv4BqBZbcvutI8UqFscWeOLocK8ZqUGxGI-SpjAtF4fl6ZDo.jpg

Bastava aver frequentato Oceanside per un po’ per sapere che quel cibo fresco era in realtà il fish & chips del giorno prima fatto rinvenire sotto la lampada a infrarossi, e che la musica dal vivo, quando c’era, di solito era suonata da teenager raffazzonati, jeans a brandelli e una spilla da balia a trapassargli le labbra. Nadia Turner sapeva altre cose del Fat Charlie’s che non potevano figurare su una pubblicità, per esempio il fatto che una porzione di Charlie’s Cheesy Nachos era lo snack perfetto dopo una sbornia o che il capocuoco vendeva il fumo migliore a nord del confine.  Sapeva che dentro al locale c’erano dei salvagenti gialli appesi sopra al bancone e per questo, dopo i turni più faticosi, i tre camerieri neri lo soprannominavano “la nave degli schiavi”. Sapeva i segreti del Fat Charlie’s perché glieli aveva raccontati Luke.
“Che mi dici dei bastoncini di pesce?” gli aveva chiesto.
“Intrisi di unto.”
“La pasta ai frutti di mare?”
“Pericolosa.”
“Cosa ci può essere di tanto pericoloso in una pasta?”
“Sai come fanno quella merda? Prendono gli avanti del pesce e li ficcano nei ravioli.”
“Va bene, ma almeno il pane?”
“Se non finisci il tuo pane, lo portiamo a un altro tavolo. Magari ti ritrovi a toccare lo stesso pane di uno che si è grattato le palle tutto il giorno.”

Brit Bennett, Le madri, Giunti, traduzione di Giovanna Scocchera