
Ripongo sempre fiducia nei libri che vengono dal destino – l’ho già detto. “La casa mangia le parole” arriva da lì, un incontro creato dalla sorte. Ma io all’occasionalità dei libri non ho mai creduto.
“31 dicembre 2011
E’ uno di quei giorni che non si ricordano mai se non perché è un giorno di partenza, quei giorni dove il tempo si mette a fare le bizze e ingrigisce pure quel residuo che a Roma si chiama sole d’inverno, un sole che rende meno cupe e umide le giornate della stagione triste e sembra che ci siano troppe poche occasioni per far succedere qualcosa, e si procede così, per inerzia o a strappi, e alla fine della giornata ci si ritrova ammaccati per niente” (pos.40)
Nelle favole di Esopo i protagonisti non hanno nome. C’è la volpe furba, la cicala ingenua, la tartaruga saggia, l’uomo sciocco che grida al…
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