Sogni, idee astratte e mosche per ricominciare
A come Andare avanti
Molti psichiatri dicono che i sogni servono a buttare nel cestino ciò che non serve alla nostra memoria, e a conservare quanto è utile ai progetti dei giorni a venire, giorni che sono pieni di cose da scartare. Ci teniamo solo quello che non esiste ancora, e che probabilmente non esisterà mai. Concepire i sogni come qualcosa di impossibile, che non si realizzerà mai, è triste. Significa credere che la vita è triste. E basta. Per molti sarà pur vero, ma è sentimentalmente poco originale. Ogni discorso finisce lì. È più allegro vedere il sogno come una verità travestita, che si vergogna di andare in giro nuda, perché fa scandalo. Sotto quegli abiti stravaganti c’è un corpo vivo. […] I sogni abitano con noi, ci fanno compagnia. Se sei giù di corda, fermati, chiudi gli occhi e vaneggia un po’, và lontano con la fantasia: spesso è guardando le stelle che siamo più vicini a noi stessi. [… ] Non è poi così infantile pensare che la storia di tutta l’arte sia la raccolta cronologica dei sogni, legati, generazione dopo generazione, dal comune soffrire per un’assenza, per qualche cosa che aspettiamo e non arriva mai. Spesso sono racconti illusori o di delusioni. […] Ma è certo, questo sì, che nessuno può sognare se non crede in qualcosa di buono, nell’esistenza di un paese innocente. In giro c’è tanto orrore. Ma a creare felicità non basta una vita, non ne bastano mille. L’ottimismo e l’ottimo sono distanti, come il giorno dalla notte. Eppure sogno e ottimismo possono prendere l’aspetto di una ghiotta merce per chi campa di oratoria. Sono l’abito elegante della menzogna. I sette cieli promettono un mondo perfetto, e insieme una speranza. Ma in nome della felicità eterna si compiono più crimini che buone azioni. Ed è altrettanto delittuoso rincorrere la felicità di tutti ignorando quella di ognuno. È cieco chi vede solo tanti uomini insieme, e neanche uno che se ne sta solitario, per conto suo a fantasticare. E com’è sgrammaticato versare più lacrime per mille morti che per uno soltanto. Tutti i progetti nascono da una idea astratta, anche se si sa in partenza che basta una mosca a distruggere un chilo di crema pasticcera lavorata con fatica. Però si continua ad andare avanti lo stesso, e a ricominciare da capo.
Vincenzo Cerami, "Sogno un paese innocente", Il Sole 24 Ore, 14 agosto 2011