Archive for the ‘collane’ Category

L’invenzione dell’individuo

19 gennaio 2016

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La storia dello sviluppo occidentale non è né semplice né unilineare. Nessun fattore ha dominato tutte le epoche storiche. Tuttavia, mi sembra che le credenze morali abbiano dato una chiara “direzione” complessiva alla storia occidentale.
Dunque, racconto una storia su come l’“individuo” sia diventato il ruolo sociale strutturante in Occidente – cioè come la società civile, che noi diamo per scontata, sia emersa con la sua tipica distinzione tra pubblico e privato e la sua enfasi sul ruolo della coscienza e della scelta. È una storia sui lenti, discontinui e difficili passi che hanno condotto al riconoscimento pubblico e alla protezione dell’agire morale dell’individuo, insieme all’eguaglianza davanti alla legge e all’affermazione di diritti “fondamentali” azionabili.
Una trasformazione fondamentale riguardante le credenze morali ha dato forma al mondo in cui viviamo. Ciò non equivale ad affermare che coloro che hanno introdotto o promosso questa trasformazione abbiano previsto o voluto le conseguenze sociali che poi sono state effettivamente prodotte. La storia che qui racconto riguarda, in parte, le conseguenze involontarie di questa trasformazione di credenze. Rintracciare queste conseguenze è una parte importante della storia del liberalismo occidentale.

dal prologo di L’invenzione dell’individuo di Larry Siedentop, LUISS University Press, in uscita nella nuova collana Pensiero Libero il 18 febbraio 2016

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La correttezza del barone von Cramm

5 giugno 2013

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Tra gli spettatori erano in molti a ricordarsi il modo in cui si era comportato due anni prima, nella finale interzone del 1935, giocata nel campo uno sempre contro gli americani. Nel doppio decisivo von Cramm aveva dovuto compensare un compagno decisamente più debole, Kai Lund, contro l’esperta coppia americana formata da Wilmer Allison e John van Ryn. In quello che Allison avrebbe definito «il più grande doppio giocato da un solo tennista» che avesse mai visto, von Cramm portò la sua squadra per cinque volte al match point. Nell’ultimo dei cinque, servì una prima potentissima che Allison riuscì a ribattere a stento. Lund, nella posizione più comoda del mondo, cedette alla pressione e affondò la volée in rete. Sfasciò la racchetta sull’erba per la frustrazione, ma «l’espressione di von Cramm non cambiò. Né contrariato né deluso, con la serenità del suo temperamento incoraggiò il compagno stanco». Poi, nello scambio successivo, Lund sembrò mettere a segno un punto che regalava alla Germania il sesto match point, ma von Cramm, «cavaliere nell’anima» come lo definì un inviato, si rivolse al giudice di sedia e con estrema calma gli disse che la palla, prima che Lund la colpisse, aveva sfiorato la sua racchetta. Non se ne erano accorti né il giudice di sedia né gli altri giocatori. Il punto fu assegnato agli americani, che poi sconfissero i tedeschi e raggiunsero il challenge round.
Più tardi, negli spogliatoi, fu avvicinato da un rappresentante della federazione tedesca che gli ricordò che mai prima di allora i tedeschi erano arrivati così vicini al titolo. Nel tentativo del 1914, Froitzheim e Kreuzer erano finiti prigionieri di guerra. Ventun anni più tardi, la Germania aveva avuto un’altra occasione d’oro per raggiungere il challenge round – con il doppio si sarebbe portata sul 2-1 e di certo von Cramm avrebbe fatto il punto decisivo nel singolare del giorno dopo – e lui aveva deciso di sprecare quell’occasione! Aveva deluso i suoi compagni e il suo paese.
Von Cramm, con l’eleganza e il contegno che gli erano propri, non si scompose. «Il tennis è uno sport per gentiluomini» disse «e io gioco così dalla prima volta in cui ho preso una racchetta in mano. Lei crede che stanotte riuscirei a dormire sapendo di aver toccato la palla senza dire niente? Mai, perché avrei violato i princìpi su cui si basa questo gioco. Non penso di deludere il popolo tedesco. Al contrario, penso di fargli onore».

M.J. Fisher, Terribile splendore, 66thand2nd

Il pubblico della memoria

30 agosto 2012

Lo immagino più intelligente, più colto, più colto, più pignolo di me. Lo temo moltissimo: questo lettore anonimo è il mio padrone.

Leonardo Sciascia, a proposito del pubblico della sua collana La memoria di Sellerio