Come l'ombra
Francesca Woodman, Senza titolo 1976
Contro l'arte armati
Questa storia del rapporto irrazionale con l’immagine non finirà mai. Non finiremo mai con gli iconoclasti, con i roghi, con l’intolleranza, con la stupidità e con la violenza contro la creazione artistica. Almeno così sembra, a giudicare da quello che è successo il 17 aprile scorso. Verso le 11:30 due visitatori “armati”, uno di un martello e l’altro di un oggetto contundente come una piccozza o un cacciavite, hanno distrutto due opere dell’artista statunitense Andres Serrano, tra cui Immersion Piss Christ, oggetto di moltissime polemiche. Queste due opere facevano parte della mostra intitolata Je crois aux miracles, organizzata per celebrare i dieci anni di attività della Fondation Yvon Lambert, una delle istituzioni più importanti di Avignone per quello che riguarda l’arte contemporanea. Da quando si è saputo, quattro mesi fa, che Immersion Piss Christ avrebbe fatto parte della mostra, un’associazione cattolica integralista, l’Istitut Civitas (il cui scopo è di sviluppare «un’opera di riconquista politica e sociale per ricristianizzare la Francia») ha lanciato una petizione. Ha subissato la fondazione di telefonate ed email e sabato 16, con una manifestazione, ha ottenuto la chiusura temporanea della mostra. Infine si è passati all’atto vandalico, alla distruzione avallata da quella che possiamo considerare la benedizione del vescovo di Avignone, che da tempo aveva chiesto che l’opera fosse ritirata.
Christian Caujolle, “Follia iconoclasta”, «Internazionale» n° 894
Raccogliere
Biswaranjan Rout, Un ragazzo aiuta una tartaruga appena nata a entrare in acqua, India 2011
Che cosa è l'uomo
David Degner, Paesaggio libico, febbraio 2011
[…]
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?
Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi;
tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna;
gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare.
[…]
dal Salmo 8.
C’è ancora del cammino da fare
Paula Bronstein, Neena Sasaki, cinque anni, porta via le proprie cose dalla sua casa a Rikuzentakata, Giappone, marzo 2011.
Questo momento è un punto di svolta per il Giappone. Ognuno vive l’evento a modo proprio. Ma chi conosce la vera disperazione, chi ha avuto l’esperienza di volgere lo sguardo al cielo e urlare (anche senza voce) a Dio «ma perché io?», sa cos’è l’essenza della vita.
I numeri dei morti crescono a velocità spaventosa. Spero tanto che non abbiano sofferto molto. Immagino che sulla strada per il paradiso ci sarà tanto traffico. La vita è una palestra dove si imparano molte cose, attraverso esperienze purtroppo non sempre divertenti. Ho sempre provato un po’ d’invidia per chi ha già finito questa palestra, ma per me c’è ancora del cammino da fare e non mi resta che proseguirlo, mi dico sempre.
Da “Diario di Kyoto”, Naoko Okada, XL 14 marzo 2011.
Il mondo ha fame
Peter Menzel, La famiglia di Ahmed al Cairo, dal reportage Hungry Planet: What the World Eats, Material World 2007
(qui parte del reportage)
Giacché non esiste altro tempo
Irina Werning, Back to the future, http://irinawerning.com/back-to-the-fut/back-to-the-future/
Migrazioni
Sabrina e Roland Michaud, Viaggiatori d'Oriente, Provincia di Balkh 1968