Archive for the ‘dentro è anche bianco’ Category

11 agosto 2011

Pace gatta
 
Spazzo via sole e luna, polverizzo cielo e terra ed entro nel mistero della pace eterna. Sto morendo. E morendo raggiungo la pace.
 
Natsume Soseki, Io sono un gatto, Neri Pozza

25 aprile 2010

Bagliori
 
L’attimo della dolce angoscia fuggiva, oh, che altro può fare un attimo? ma il succedente gli succedeva: l’integrale dei fuggenti attimi è l’ora.
 
Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, Garzanti

19 aprile 2010

Libertà di perdizione
 
A ognuna è data la sua penitenza, qui in convento, il suo modo di guadagnarsi la salvezza eterna. A me è toccata questa di scriver storie: è dura, è dura […] Ma la nostra santa vocazione vuole che si anteponga alle caduche gioie del mondo qualcosa che poi resta. Che resta… se poi anche questo libro, e tutti i nostri atti di pietà, compiuti con cuori di cenere, non sono già cenere anch’essi… più cenere degli atti sensuali là nel fiume, che trepidano di vita e si propagano come cerchi nell’acqua… Ci si mette a scrivere di lena, ma c’è un’ora in cui la penna non gratta che polveroso inchiostro, e non vi scorre più una goccia di vita, e la vita è tutta fuori, fuori dalla finestra, fuori di te, e ti sembra che mai più potrai rifugiarti nella pagina che scrivi, aprire un altro mondo, fare il salto. Forse è meglio così: forse quando scrivevi con gioia non era miracolo né grazia: era peccato, idolatria, superbia. Ne sono fuori, allora? No, scrivendo non mi sono cambiata in bene: ho solo consumato un po’ d’ansiosa incosciente giovinezza. Che mi varranno queste pagine scontente? Il libro, il voto, non varrà più di quanto tu vali. Che ci si salvi l’anima scrivendo non è detto. Scrivi, scrivi, e già la tua anima è persa.
 
Italo Calvino, Il cavaliere inesistente, Mondadori

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12 aprile 2010

Calma e voluttà
 
L’amore è molto simile a una tortura o a una operazione chirurgica. Anche se i due amanti sono molto innamorati e colmi di reciproci desideri, uno dei due sarà sempre più calmo o meno invasato dell’altro. Quello, o quella, è l’operatore, ovvero il carnefice; l’altro, o l’altra, l’assoggettato, la vittima.
 
Charles Baudelaire, Diari Intimi, Einaudi

5 aprile 2010

Il bianco delle notti
 
Io sopporto con fatica le notti di plenilunio che d’estate o d’inverno denudano tutte le cose. Esse scacciano il sonno e conducono sempre con sé pensieri lucidi e freddi. Siano maledette!
 
Maksim Gor’kij, "Racconto di un amore non corrisposto", da Racconti del ’22-’24, Fratelli Treves Editori

29 marzo 2010

Dell’esattezza

Esprimi il tuo pensiero in modo conciso perché sia letto, in modo chiaro perché sia capito, in modo pittoresco perché sia ricordato e, soprattutto, in modo esatto perché i lettori siano guidati dalla sua luce.

Joseph Pulitzer

22 marzo 2010

All’estremità del bianco
 
In primavera, Tipasa è abitata dagli dei e gli dei parlano nel sole e nell’odore degli assenzi, nel mare corazzato d’argento, nel cielo d’un blu crudo, fra le rovine coperte di fiori e nelle grosse bolle di luce, fra i mucchi di pietre. In certe ore la campagna è nera di sole. Gli occhi tentano invano di cogliere qualcosa che non sian le gocce di luce e di colore che tremano sulle ciglia. Il voluminoso odore delle piante aromatiche raschia in gola e soffoca nella calura enorme. All’estremità del paesaggio, posso vedere a stento la massa scura dello Chenoua che ha la base fra le colline intorno al villaggio, e si muove con ritmo deciso e pesante per andare ad accosciarsi nel mare.
 
Albert Camus, L’estate e altri saggi solari, Bompiani

15 marzo 2010

Danza bianca

Prima che lui venisse in questa città la neve non era mai caduta, ma dopo il suo arrivo è caduta. Se ora lui non fosse lassù, non credo che nevicherebbe così. A volte può vedermi ancora ballare tra quei fiocchi.

Edward mani di forbice, Tim Burton

7 marzo 2010

Bianco, solo

Il cinema non è un mestiere. È un’arte. Non significa lavoro di gruppo. Si è sempre soli; sul set così come prima la pagina bianca.

Jean Luc Godard

28 febbraio 2010

Fuori dai margini

Non so che sia un libro: ma penso che saggiamente agissero quei cuneiformi che, per via della chiodosa grafia, ne improntavano spessi e argillosi poi ben cotti mattoni; ogni pagina, trecento delle nostre. È inganno tipografico, che una pagina abbia lo spessore esiguo su cui, su entrambi i lati, si stampa. Direi che la pagina comincia da quella esigua superficie in bianco e nero, ma si dilunga e si dilata e sprofonda, ed anche emerge e fa bitorzoli, e cola fuori dai margini.

Giorgio Manganelli, Pinocchio, un libro parallelo, Adelphi