
Nuova edizione del ***corso di bozze***
stavolta di mattina
Calendario del corso: lun 19 giu, mar 20 giu, gio 22 giu, mar 27 giu, gio 29 giu, mar 4 lug, gio 6 lug 2023.
Orario: 10-13
Qui per saperne di più
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Dicono di Il figlio delle sorelle
In evidenza
“Il figlio delle sorelle conferma Leonardo G. Luccone scrittore notevole e singolare.”
Tiziano Gianotti, Linkiesta, 28 marzo 2022
“Per la sua architettura dialoghi concentrati, qualche intenso monologo riassuntivo, la suddivisione in tre atti Il figlio delle sorelle ricorda una pièce teatrale. In particolare, ha qualcosa di Harold Pinter e della sua caratteristica di annebbiare ragioni e identità, facendo parlare direttamente il problema, la notizia, il sentimento. […] Luccone è un giocatore raffinato: sui binari di una lingua luminose, tra stazioni di battute impeccabili, ci conduce verso il finale mantenendo alto il tenore della sfida.”
Nicola H. Cosentino, la Lettura, 27 marzo 2022
“Un romanzo emozionante sulla tenerezza a ogni costo. […] Raramente ho letto di tanto amore tra le macerie. Merito di Sabrina, delle sue frasi che da brevi segmenti spezzati disegnano una prospettiva.”
Michele Neri, Il Foglio, 25 marzo 2022
“Con una prosa essenziale, densa e curatissima, che riproduce silenzi protratti e dialoghi serrati, Luccone racconta il disgregarsi delle certezze in una famiglia contemporanea, nata da un grande desiderio di maternità, colpita dalle difficoltà legate alla malattia mentale, frammentata dai silenzi e dai non detti. Un racconto incalzante, ruvido, emotivamente coinvolgente, che lascia nel lettore la sensazione di un ineliminabile sospeso, di un’irresolutezza che potrebbe sfociare in frustrazione e si trasforma invece in fascino per tutto ciò che non è pienamente comprensibile, ma solo ipotizzabile. Qualcosa che si può solo guardare da lontano e conoscere per quanto ci è dato sapere, capire, dalle voci che raccontano le vite degli altri.”
Caterina Bonetti, Gli Stati Generali, 24 marzo 2022
“Il figlio delle sorelle rivela una natura audace e sovversiva che guarda al romanzo europeo del primo Novecento per reinventarne i moduli espressivi. La figura collocata al centro dell’opera cela la propria scissione interna, un’estraneità al contesto che produce smarrimento. In tale assenza di certezze i contorni del noto sfumano nell’allucinazione, allagano le terre riarse della memoria.”
Alice Pisu, minima&moralia, 23 marzo 2022
“Uno Ionesco catapultato nel ventunesimo secolo. Una pièce dove tutto quello che può essere decifrato ha un senso e dove tutto quello che non ha senso, o ne ha infiniti, ti viene schiaffato davanti nel suo caos ammucchiato. Magistrale il modo in cui la plausibilità del protagonista si trasforma sotto i nostri occhi in una faccia della follia.”
Rachele Palmieri, Facebook, 23 marzo 2022
Nel presente c’è Sabrina, alle soglie dell’età adulta, che ha appena ritrovato il padre dopo più di dieci anni; c’è la madre ferita e abbandonata, che l’ha cresciuta ma non è riuscita a ricostruirsi una vita; c’è Carlotta, la figlia della nuova compagna del padre, diventata in breve tempo la sorella che Sabrina ha sempre desiderato.
Nel passato, quasi vent’anni prima, c’è quella stessa coppia prima del crollo: non riescono ad avere figli e ci provano in ogni modo, anche con l’aiuto di Silvia, la sorella di lei, fino al miracolo – la nascita di Sabrina –, che ha effetti devastanti sulle vite di questi pochi personaggi in una Roma appena accennata.
Un inaspettato viaggio di padre e figlia nella Sicilia profonda mostra le radici mitiche di questa storia e i fondamenti della sorellanza.
A raccontare è il padre di Sabrina, un uomo con seri problemi mentali e anni di ricoveri alle spalle, stremato dalle macchinazioni di tutte le sorelle, che è convinto di subire.
Il figlio delle sorelle è un romanzo sulle ossessioni e sulla liquefazione della famiglia tradizionale, costruito su un’impalcatura di omissioni. Luccone mette a nudo la fragilità dei personaggi con un montaggio che segue i dettami della memoria e uno stile vagheggiante sostenuto da dialoghi in presa diretta.
Materiali
– Pagina del libro;
– Comunicato stampa del libro;
– Copertina in alta definizione;
– Copertina in media definizione;
– L’autore.
“L’ho letto subito, divorato per la verità. È stata una sorpresa. Una sorpresa buona. È scritto in modo magistrale ma quel che più conta strutturato ancor meglio. Poiché letto anch’esso da poco, c’è qualcosa in comune con Il colibrì di Veronesi. Non c’entra niente, ovviamente. Ma sono due vere ‘commedie all’italiana’. Più toscana quella di Veronesi, più italiana in senso ampio quella di Luccone. La casa mangia le parole è sentimentale, drammatico, morale. Un libro vero. Un’opera prima, la più notevole degli ultimi anni.”
Franco Cordelli
“Quando traduci e curi molto bene i romanzi degli altri, e lo fai per vent’anni, dentro di te dev’esserci per forza un bravo romanziere. Leonardo G. Luccone lo ha trovato, e lo ha tirato fuori.”
Sandro Veronesi
“Un romanzo che scoppia di energia. La tristezza della discordia coniugale sulla faccia del figlio dislessico è lacerante, vivida. L’amicizia tra De Stefano e Moses è tratteggiata in modo meraviglioso. Sono i dialoghi magistrali a portare avanti il romanzo, un romanzo notevole.”
Percival Everett
“Lo stile smerigliato, naturalmente; i dialoghi perfettamente cesellati, certo; ma nessun critico ha ancora descritto una struttura così pazientemente costruita che non si nota nemmeno, così abilmente nascosta in bella vista che due personaggi ne parlano tra loro (senza contare un certo indirizzo email). La Casa è un capolavoro che aspetta con pazienza tutti quelli che troveranno la chiave per aprirla.”
Simone Barillari
“Scritto al polo opposto della commedia, il romanzo di Luccone sviluppa con serietà e immaginosità i temi pressanti del presente e scortica a sangue vivo chi ci racconta storielle consolatorie.
Non è usuale. E va preso in considerazione come tra i libri più originali e tragici della stagione.”
Silvio Perrella, lettera di candidatura al premio Strega
Materiali
– Comunicato stampa del libro;
– Copertina in media definizione;
– Copertina in alta definizione;
– L’autore.
Dicono di La casa mangia le parole
– Presentazione di Silvio Perrella al premio Strega, 26 febbraio 2020;
– Antonella Del Giudice (intervista) e letture di Stefano Ariota (letture), Il salotto Julie, Julie Italia, 26 febbraio 2020;
– Antonia Santopietro (intervista, con Moses Sabatini), zestletteraturasostenibile.com. 25 febbraio 2020;
– Eleonora Cadelli, linguaenauti.it, 21 febbraio 2020;
– illibraio.it, 17 febbraio 2020;
– L’Indiscreto, febbraio 2020;
– Lorenzo Morandotti, Corriere Como, 14 febbraio 2020;
– redazione, Corriere Como, 13 febbraio 2020;
– Antonello Saiz, satisfiction.eu, 12 febbraio 2020;
– Isabella Spagnoli, La Gazzetta di Parma, 11 febbraio 2020;
– Luca Bottura, Robinson, 8 febbraio 2020;
– Cinzia Zanchi, storygenius.it, 7 febbraio 2020;
– Antonello Saiz, giudittalegge.it, 4 febbraio 2020;
– Giovanna Triolo, parmareport.it, 3 febbraio 2020;
– Alberto Sagna, Momento-sera, 22 gennaio 2020;
– Monica Pezzella, nazioneindiana.com, 20 gennaio 2020;
– Salvatore Lo Iacono, Giornale di Sicilia, 17 gennaio 2020;
– Giacomo Giossi, il manifesto, 16 gennaio 2020;
– Mattia Insolia (intervista), lindiependente.it, 14 gennaio 2020;
– Filippo La Porta, la Repubblica, 12 gennaio 2020;
– Matteo Moca, Blow up, gennaio 2020
– appuntidicarta.it, 31 dicembre 2019;
– Alessandro Zaccuri, Avvenire, 20 dicembre 2019;
– Paola Zoppi, intervista, Radio proposta in blu, 18 dicembre 2019. Scarica mp3;
– Livio Partiti, ilpostodelleparole.it, 14 dicembre 2019;
– Laura Pezzino, vanityfair.it, libro #35, 13 dicembre 2019. Pdf;
– David Valentini, criticaletteraria.org, 13 dicembre 2019;
– Emanuela D’Alessio, viadeiserpenti.it, 2 dicembre 2019;
– Alessandro Beretta, la Lettura, primo dicembre 2019;
– Il Libraio, dicembre 2019;
– Simona Sparaco, tuttolibri, 30 novembre 2019;
– Gennaro Serio, il venerdì, 29 novembre 2019;
– Giovanni Di Marco, lucialibri.it, 24 novembre 2019;
– Intervento, Rai Letteratura, 20 novembre 2019;
– Tommaso Giartosio (intervista), Fahrenheit, Radio 3, 19 novembre 2019;
– iamjomarch.com, 10 novembre 2019;
– Intervista di Carlo Gallucci, Tg5, 13 novembre 2019;
– Enzo Baranelli, cabaretbisanzio.tk, 7 novembre 2019;
– pescarafestival.it, novembre 2019;
– Gabriele Ottaviani, convenzionali.wordpress.com, 12 ottobre 2019;
– Tiziano Gianotti, D di la Repubblica, 12 ottobre 2019;
– illibraio.it, 11 ottobre 2019;
– Il Mattino, 28 agosto 2019;
– Nina MacLaughlin, Boston Globe, 10 gennaio 2019.
In evidenza:
“C’è Carver, per stile e tematica, c’è l’autobiografismo spietato di Francesco Piccolo, c’è una filigrana di satira e autosatira che non concede nulla alla risata autoconsolatoria.”
Luca Bottura, Robinson, 8 febbraio 2020
“Il grande romanzo italiano parrebbe essere in realtà un grande romanzo americano; un romanzo che rompe gli argini dell’italianità tradizionalmente intesa. […] Nessuno aveva mai avuto il coraggio di farlo: valicare apertamente, platealmente il confine dell’italianità formato famiglia. […] quelli che non si sono ancora accorti che se un romanzo italiano oggi assomiglia a un romanzo americano è proprio perché – diamo credito alla realtà – l’Italia oggi assomiglia all’America. […] Non c’è bisogno di aver visto letto ascoltato e scopiazzato film libri musica in traduzione. Non abbiamo più bisogno di copiare. L’originale da cui copiavamo – se mai abbiamo copiato, perché in arte raramente si copia, più verosimilmente si trae ispirazione – ci appartiene. Si chiama contaminazione. […] Qualche anno fa lo stesso Luccone, che ha scritto un grande romanzo, non sarebbe stato d’accordo. Adesso chissà.”
Monica Pezzella, nazioneindiana.com, 20 gennaio 2020
“Luccone ha scelto il sentiero più stretto e impervio (salti temporali, digressioni, divagazioni, sottotrame) per sprigionare la propria fantasia romanzesca. Niente strizzate d’occhio al pubblico, per intenderci, poca affabulazione pura, piuttosto uno stile ricercato (con una grande attitudine ai dialoghi) che può disorientare quelli che non sono lettori forti.”
Salvatore Lo Iacono, Giornale di Sicilia, 17 gennaio 2020
“Luccone riprende i temi di un Novecento squassato ormai nella memoria di interprentazioni e reinterpretazioni e lo rimette a lucido proponendo al lettore i suoi migliori stilemi. […] evita stucchevoli soluzioni e lavora invece meticolosamente strutturando un corpo che si poggi su dialoghi ben scritti tanto da diventare una vera e propria spina dorsale narrativa. […] Luccone con La casa mangia le parole si definisce come autore con una voce propria, preludio migliore non si poteva prevedere.”
Giacomo Giossi, il manifesto, 16 gennaio 2020
“Un romanzo ‘ipernarrativo’ […], ossessionato dal nostro rapporto con le parole. Il fine è la meraviglia, ma anche un tener desta l’attenzione critica del lettore verso il nostro presente, dunque un ‘intrattenimento’ assai diverso da quello della letteratura-cabaret oggi dominante. […] Un punto di forza è rappresentato dai dialoghi, di rotonda, concisa perfezione.”
Filippo La Porta, la Repubblica, 12 gennaio 2020;
“Con una scrittura limpida, precisa e leggera, che funziona come strumento perfetto per una narrazione che si muove tra diversi piani temporali, Luccone mette in scena i travestimenti che presenta il reale, persone che si rivelano essere diverse da quello che sono, posizioni lavorative elevate che nascondono solo una profonda infelicità, incomprensioni tra i genitori che si trasformano nel dolore dei figli e, infine, la grande macchina del capitalismo, la sovrastruttura che raccoglie tutto, che mostra i suoi caratteri più spietati. Un romanzo duro, ma che non cancella la speranza di una possibile salvazione.”
Matteo Moca, Blow up, gennaio 2020
“Leonardo Luccone trascina il lettore nel gorgo di un racconto che da individuale (la crisi matrimoniale a seguito dell’emancipazione del figlio) diventa canto collettivo.”
appuntidicarta.it, 31 dicembre 2019;
“Esordio inconsueto con un impianto abilmente sostenuto da un alternarsi di piani temporali. Un finale tanto misurato nella sua formulazione quanto essenziale per cogliere l’equilibrio complessivo. Un Underworld italiano scandito da un intreccio di dialoghi straordinariamente verosimile.”
Alessandro Zaccuri, Avvenire, 20 dicembre 2019
“Sono tutti, madre, padre e figlio, sull’orlo di un anno che spazzerà via tutte le loro certezze.”
Laura Pezzino, vanityfair.it, libro #35, 13 dicembre 2019. pdf;
“Per rappresentare «il silenzio inconcepibile» delle parole Luccone ha messo in campo tutti gli strumenti di cui dispone […]). Ha costruito una metanarrazione senza regole temporali e narrative, consentendo alla realtà di irrompere continuamente nella fiction, e utilizzando al meglio il potente sostegno che la letteratura mette a disposizione di chi avverte un’urgenza, di chi dalla scrittura ricava un salvifico effetto.”
Emanuela D’Alessio, viadeiserpenti.it, 2 dicembre 2019
“Un romanzo ambizioso nella struttura e nella scrittura. […] Nella coralità del romanzo, Luccone lancia diverse tracce narrative che si annunciano insinuando attese nel lettore, per poi sparire e riemergere inattese a distanza: un moto carsico delle storie, ben gestito e reso possibile dall’ampiezza della compagine.”
Alessandro Beretta, la Lettura, primo dicembre 2019
“Il romanzo si muove su più piani e non segue una linearità cronologica. Un po’ come la memoria, va dove gli pare. Luccone però sa benissimo dove vuole condurci. Con una lingua chirurgica, controllata, abilissima nel definire caratteri e stati d’animo, e un dialogo convincente, lentamente ci porta verso un finale dove ogni nodo si dipana, ogni aspetto apparentemente slegato dagli altri trova una sua ragione d’essere.”
Simona Sparaco, tuttolibri, 30 novembre 2019
“Il fuoco della narrazione riesce a trovare un equilibrio tra fotografia di famiglia e panoramica collettiva, grazie anche al racconto della Bioambiente, azienda romana per la quale lavora De Stefano (raccontata soprattutto attraverso dialoghi particolarmente curati).”
Gennaro Serio, il venerdì, 29 novembre 2019
“È uno stile originale e ricercato, quello di Luccone, […] l’autore si affida al ricordo e consapevolmente abbandona sentieri sicuri, nel tentativo di stimolare il lettore, di spiazzarlo, di indurlo alla riflessione.”
Giovanni Di Marco, lucialibri.it, 24 novembre 2019
“Grande esordio nel romanzo di Leonardo G. Luccone. […] Dialoghi superbi come è raro incontrarne nella letteratura italiana contemporanea.”
Enzo Baranelli, cabaretbisanzio.tk, 7 novembre 2019;
“[…] una storia poderosa e di rara coerenza, che si muove su diversi piani intessuti fra di loro con eleganza e raffinatezza talmente pregevoli da apparire inconsuete, oltre che benedette, nel panorama letterario contemporaneo.”
Gabriele Ottaviani, convenzionali.wordpress.com, 12 ottobre 2019
“Luccone ha scritto il romanzo degli Anni di Merda – ed è un romanzo notevole. Finalmente, viene da dire: uno scrittore italiano da leggere. […] un elegante e luminoso esercizio di esorcismo che non lascia via d’uscita al lettore: merito di una padronanza della lingua che è sostanza di scrittura, rigore, e induce rispetto. Non è poco: è la base per trovare un ascolto serio e lo stigma dello scrittore. Diciamolo: è la letteratura.”
Tiziano Gianotti, D di la Repubblica, 12 ottobre 2019
“Comincia così, con un Capodanno pieno di non detti, il primo romanzo di Leonardo G. Luccone, che – grazie a uno stile inedito, dalla tessitura sapiente, all’uso incalzante e originale dei dialoghi, a un congegno narrativo che nel finale svela il suo magistrale equilibrio – tiene assieme i temi del disagio privato, la decadenza di un’intera classe, il grande sfondo di una Natura che pare ribellarsi alle nostre insolenze e mostra tutta la sua impietosa potenza.”
illibraio.it, 11 ottobre 2019
Le prossime presentazioni di Leonardo G. Luccone con La casa mangia le parole (Ponte alle Grazie).
📍 primo marzo 2020, ore 18,30, libreria Feltrinelli, Pescara, con Francesco Coscioni e Peppe Millanta;
📍 29 febbraio 2020, ore 18,30, libreria Empatia, Teramo, con Rachele Palmieri;
📍 15 febbraio 2020, ore 18,30, libreria Tempo Ritrovato Libri, Milano, con Edoardo Brugnatelli;
📍 14 febbraio 2020, ore 18,00, Libreria Ubik-Como, con Lorenzo Morandotti;
📍 4 febbraio 2020, ore 18,30, libreria iocisto, Napoli, con Silvio Perrella;
📍 primo febbraio 2020, ore 18,30, libreria Libreria Diari di Bordo – Libri Per Viaggiare, Parma;
📍 31 gennaio 2020, ore 18,30, libreria La Confraternita Dell’uva, Bologna, con Luca Bottura;
📍 25 gennaio 2020, ore 18,00, libreria Novarcadia Ubik, Casalpalocco, gruppo di lettura, Roma;
📍 18 gennaio 2020, ore 18,00, Libreria Rinascita, Ascoli Piceno, con Antonio D’Isidoro;
📍 16 gennaio 2020, ore 18, Moby Dick biblioteca hub culturale, Roma, con Gioacchino De Chirico;
📍 15 gennaio 2020, ore 18, Walden Milano, Milano, 101 anni dal Molasses Flood, con Moses Sabatini.
L’ultima cosa che dico è la prima che penso. Diamoci da fare.
Vincenzo Consolo non c’è più.