Non ho mai capito se nel mio bisogno di camminare prevalga la curiosità del flâneur, l’urgenza del reporter o, prendendo per buono proprio il «ma cammina!» di nonno e nonna, la semplice voglia di lasciarmi tutto alle spalle. A saperlo quasi certamente non partirei. Dovrò ricordarmene al momento di preparare lo zaino – il fatto di non avere la minima idea del perché lo faccio, e quindi di che avrò bisogno –, casomai mi capitasse di incontrare per strada quanto di meglio possa pararsi dinanzi a uno scrittore: l’imprevedibile.