La filosofia di Zest privilegia ambiti di ricerca letteraria innovativi con un focus particolare sulla quotidianità: hai riscontrato questa caratteristica anche nei racconti selezionati per la seconda serata di 8×8?
Questa è una delle caratteristiche che mi ha colpito di più: il fatto che, per quanto con scritture diverse, ci siano molti focus sulla quotidianità, come i sentimenti che fanno parte della realtà di tutti i giorni o che possono essere vicini a noi. Alcuni racconti sono più forti, altri più evocativi. Però ce ne sono anche di diversi.
Rispetto a questo, quali caratteristiche hai notato nei racconti in gara?
Hanno stili diversi. Alcuni più immaginifici che usano una modalità evocativa. Altri sembrano invece più connessi con la realtà quindi hanno anche un linguaggio vicino al parlato, al sentire. Sono comunque tutte formule dosate in maniera efficace.
In quanto lettrice, nel racconto cerchi qualcosa di diverso al di là del progetto di Zest o le due cose combaciano nel tuo gusto?
Come gusto mio personale sono più legata al presente, cioè cerco scritture che mi consentano di rapportarmi alla realtà. Se cerco una lettura che mi coinvolga, questo è ciò che scelgo. Cerco la realtà.
Credi che la lettura dal vivo dei racconti sia un valore aggiunto in vista del giudizio?
Assolutamente sì, anche perché ho partecipato l’anno scorso. È un valore aggiunto anche se credo che tutte le scritture lette più di una volta ti consentano di notare più cose. Per cui forse il fatto che si ascolti il racconto una sola volta potrebbe non essere sufficiente. Però nella sua formula 8×8 è assolutamente vincente, è un ottimo confronto.
Pubblicheresti su Zest qualcuno di questi racconti?
Sì, più di uno. Investirei su un paio di racconti che sono in gara questa sera.
Zest e 8×8 rappresentano delle iniziative originali. Secondo te come contribuiscono due progetti del genere nella ricerca di nuovi autori e nel panorama narrativo italiano?
Lo scouting è la parte più difficile in assoluto perché di piattaforme acclarate che danno la possibilità di un palcoscenico – anche fisico nel caso di 8×8 – alle voci che scrivono ce ne sono pochissime. Per cui in realtà queste iniziative e i blog si stanno sostituendo a tutto il sistema. Sono sicuramente delle piattaforme di elezione a cui guardare ma auspicherei che ce ne siano di più. La parte narrativa di Zest è aperta ai lettori stessi di Zest, per cui il target non è propriamente quello degli scrittori ma di tutti coloro che hanno l’ambizione di scrivere. Siamo noi che cerchiamo di scegliere delle scritture che siano buone.
Per quanto riguarda l’influenza sull’editoria italiana dipende dall’attenzione dell’editoria. Penso che la combinazione blog e social stia dando un buon contributo. Ci sono poi autori che emergono dai social.
Riscontri questo nuovo slancio più nel racconto o nel romanzo?
Il racconto… questo sconosciuto! Invece ci sono molte persone che amano scrivere racconti, anche se il romanzo sembra una forma superiore. Però in realtà molti autori, soprattutto giovani, cominciano a scrivere racconti. Non so rispondervi con precisione; secondo me bisogna dare attenzione al racconto ma già dire «dare attenzione» vuol dire che lo stiamo discriminando. Per cui, viva la scrittura!
A cura di Martina Mincinesi e Sara Valente