Posts Tagged ‘pietro grossi’

Cavarsela così, senza vedere se si sblocca qualcosa

16 novembre 2015

– Ti ho detto che vado a trovare un mio amico che si è messo a fare la scimmia.
– Sì, ho capito.
– E non ti pare strano?
– Mah, a dirti la verità non è che me ne freghi un granché.
[…]
– Allora?
– Allora che?
– Il mio amico. Quello che si è messo a fare la scimmia.
– Nico, non lo so. Questa sta diventando una conversazione surreale, e io detesto le conversazioni surreali. È per questo che faccio l’agente.
– E allora te la cavi così?
– Te la cavi così come?
– Un tuo amico si mette a fare la scimmia e la cosa più intelligente che ti viene da dire è «io detesto le conversazioni surreali»?
[…]
(a un tassista)
– Il mio amico. Quest’estate si è messo a fare la scimmia e non ha più smesso. Sto andando da lui per vedere se si sblocca qualcosa – disse Nico.

Pietro Grossi, “La scimmia”, da Pugni, Sellerio

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Sono stato convocato per trovare una cura

10 novembre 2015

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Il presidente si prese una lunga pausa e fece un profondo respiro stirando i contorni della bocca e mettendosi meglio a sedere sulla sua poltroncina.
“[…] È innegabile che serpeggi ormai da molto tempo un profondo malcontento. Come potrebbe peraltro essere diverso? Tutti subiscono ogni giorno il peso di un paese in gravissima difficoltà, e senza dubbio alcuni dei cittadini che ne soffrono di più sono quelli rappresentati dal segretario. Detto questo, sono ben lontano dal credere che il mondo, o anche solo la nostra nazione, sia da buttare. Veniamo da un decennio di rapidissima e profondissima rivoluzione storica, a cui, per sua natura e – lo devo dire – per non grandissima lungimiranza dei governi che l’hanno assistito, il nostro Paese si sta adattando con più difficoltà di altri. Va anche sottolineato che quella sua stessa natura gli ha permesso, per certi aspetti, di subire meno la voragine in cui è sprofondato il mondo occidentale. Penso per esempio alle nostre banche e ai risparmi de nostri cittadini. Non voglio qui sbandierare del facile ottimismo, conosco meglio di chiunque altro lo stato in cui versa la nostra amministrazione. Non sono stato chiamato a presiedere il governo per portare avanti un programma politico, sono stato convocato per trovare una cura”.
“Peccato che la malattia e la cura, la purga dovrei dire, abbiano come sempre colpito i soliti” lo interruppe il segretario.
Il presidente si fermò, chiaramente infastidito.
“Trovo questo quantomeno ingeneroso” riprese con calma.
“Sarà anche ingeneroso, ma intanto, invece di andare a trovare il denaro da chi ne ha in esubero, siete andati a raccattarlo a tappeto da tutti senza misure di proporzione. Chi credevate che ne sarebbe uscito peggio? Perché invece di fare una vera patrimoniale avete deciso di alzare le accise sui carburanti? Cosa gli racconta a chi deve andare al lavoro in macchina?”

Pietro Grossi, “Lo sgabello”, L’uomo nell’armadio, Mondadori

Talento o chiacchiere

31 luglio 2015

E d’un tratto mi ritrovai lì su quel quadrato a ballonzolare nell’angolo, i guantoni stretti al mento come per pregare, gli occhi chiusi, i riflettori sopra la testa, e davanti e tutt’intorno al ring quelle file di sedie e quei corridoi pieni zeppi di gente che beveva birra e parlava e osservava in silenzio e rideva e si concentrava e nell’aria descriveva figure con lo sguardo eccitato. Tutta quella gente venuta lì per vedere noi, per vedere me, per vedere questa ballerina di cui tanto si era parlato, questo principe del quadrato che come un vero padrone si faceva vedere poco e montava leggende. Erano venuti lì per vedere se davvero valeva la pena raccontare e credere alle storie o ancora una volta e come sempre la realtà avrebbe distrutto la novella, come un padre picchia un ragazzino che dice una bugia, un ragazzino che mente per vivere una vita diversa dallo schifo che ha intorno. Erano lì per vedere una sfida tra il sogno e la realtà, tra il mondo e ciò che vorremmo che fosse. O forse volevano solo vedere una volta per tutte se vince il talento o la fatica, e se in fin dei conti il talento esiste davvero o è solo figlio delle chiacchiere.

Pietro Grossi, Pugni, Sellerio