Posts Tagged ‘Treccani’

A Word a Day #123: Opimo

20 aprile 2015

Treccani [dal lat. opimus, di origine incerta], letter.
Grasso, pingue: offrire in sacrificio agli dèi vittime o.; Ci ungemo i corpi di quel grasso opimo Che ritroviamo all’intestina intorno (Ariosto); D’opima carne e di vin vecchio empiendosi (Caro). Per estens., fertile, abbondante di frutti: terra o.; campi o.; o anche d’animali: Nell’opima di greggi odrisia terra (V. Monti). Più genericam., copioso, ricco: preda o.; spoglie o. (anche in senso fig.); dai Romani erano dette spoglie o. (spolia opima) le spoglie del comandante nemico ucciso in battaglia dal generale romano vittorioso, il quale le dedicava nel tempio di Giove Feretrio (secondo alcuni, in assoluto, le spoglie del generale nemico ucciso).

Zanichelli:
1 (lett.) grasso, pingue: ci ungemmo i corpi di quel grasso opimo (L. Ariosto)
2 (lett.) copioso, ricco | spoglie opime, ricco bottino di guerra, spec. le spoglie del re nemico vinto da un condottiero romano
3 (fig., lett.) fertile

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A Word a Day #122: Ammennìcolo

13 novembre 2013

Treccani: (letter. amminìcolo) s. m. [dal lat. adminicŭlum «sostegno»].

1. Sostegno, aiuto (spec. di un’argomentazione, in una discussione); quindi, più com., pretesto, cavillo, e sim.: trova cento a. per cavarsela.

2. a. Giunta accessoria, giunterella: la spesa è 800 euro, 850 con tutti gli ammennicoli; b. Oggetto di poco conto, spec. se accessorio ad altro: quanti a. inutili su questa scrivania!

A Word a Day #121: Spurio

3 ottobre 2013

Treccani: agg. [dal lat. spurius, di origine etrusca].

1. Non legittimo, nato da una relazione adulterina: prole s.; figli spurî.

2. Non autentico, quindi falso o falsificato, detto per es. di opere o documenti: le commedie s. di Plauto; un’iscrizione s. in latino arcaico. Con accezioni più determinate in usi scient.:

a. In anatomia, costole s. (o false), denominazione ormai disusata delle due costole inferiori di ciascun lato dello scheletro umano, che non arrivano a congiungersi con lo sterno.

b. In zoologia, ala s. (detta anche ala bastarda o falsa), quel gruppetto di penne remiganti accessorie, portato dal primo dito dell’ala degli uccelli, dietro l’angolo dell’ala, e che talora può essere sostituito da un’unghia o da uno sprone.

c. In botanica, apparato, organo s., che somiglia a un altro apparato o organo di natura diversa (v. falso1, nel sign. 2 c).

d. In statistica, dati s., dati non appartenenti alla popolazione statistica che si vuole analizzare, e che pertanto devono essere eliminati, con opportuni criterî di selezione, prima dell’elaborazione.

e. In algebra, si dice spuria un’equazione di secondo grado priva del termine noto e che, pertanto, ammette due so

A Word a Day #120: Cupido

18 marzo 2013

Treccani: agg. [dal lat. cupĭdus, der. di cupĕre «bramare»]. – Ardentemente desideroso, e talora anche in modo violento e sfrenato, soprattutto del possesso di beni materiali: c. di guadagni, di denaro, di godimenti, di potere, di dominio; animo c.; anche lussurioso, concupiscente: rivolgere c. sguardi. Nell’uso letter. può avere senso positivo: essere c. di sapere, di apprendere; Lo suo tacere e ’l trasmutar sembiante Puoser silenzio al mio c. ingegno (Dante).

A Word a Day #119: Impermalire

28 novembre 2012

Treccani: v. tr. [der. della locuz. (aversene) per male] (io impermalisco, tu impermalisci, ecc.). – Far stizzire, indispettire, far che una persona s’abbia a male di qualche cosa: la sua mancanza di fiducia mi impermalisce. Più com. l’intr. pron. impermalirsi, concepire, e mostrare, risentimento e dispetto per atti o parole da cui ci si ritiene offesi nell’amor proprio: s’è impermalito per non essere stato invitato anche lui; s’era impermalita perché le compagne non volevano farla giocare con loro; meno spesso senza la particella pron.: un bimbo scontroso e facile a impermalire. ◆ Part. pass. impermalito, anche come agg.: se n’è andato tutto impermalito.

A Word a Day #118: Divagare

13 novembre 2012

Treccani: [dal lat. divagari, der. di vagari “andar vagando”, col pref. di(s)-¹] (io divago, tu divaghi, ecc.). – v. intr. (aus. avere) 1. (lett.) [andare qua e là] ≈ errare, gironzolare, girovagare, peregrinare, vagabondare, vagare. 2. (fig.) [allontanarsi da un tema, un argomento e sim. prefissati, con la prep. da o assol.: d. dal soggetto; non d.] ≈ deviare, (non com.) digredire, [con uso assol.] uscire dal seminato. ↔ attenersi (a). v. tr., non com. [liberare la mente da problemi, turbamenti: basta un nonnulla per divagarlo].

Devoto Oli: andar seguendo, nel parlare o nello scrivere, argomenti inopportuni o motivi estranei al fine proposto: d. dal tema; anche assol.: non d.!, rispondi a tono • In senso proprio (solo lett.), andar vagando qua e là: Divagava laggiù, tra il Francesco Sforza e Porta Tosa, stracco, a stomaco vuoto (Gadda). 2. tr. distrarre; rifl., prendersi un po’ di svago. [Dal lat. divagari, comp. di dis-1 e vagari ‘andar vagando’].

A Word a Day #117: Bottinaio e bottino

29 ottobre 2012

Treccani: bottinaio s. m. (f. -a) [der. di bottino]. – Chi è addetto alla vuotatura dei pozzi neri o bottini.
bottino s. m. [der. di botte]. – a. Cavità o fossa murata adibita alla raccolta delle acque sudicie e dei materiali di rifiuto (detta anche pozzo nero o fossa biologica): vuotare il b.; odore di b.; il contenuto stesso (detto anche cessino), usato per concimare. b. Per estens., fogna in genere o talora serbatoio costruito lungo gli acquedotti per la depurazione delle acque.

A Word a Day #116: Bifronte

5 settembre 2012

Treccani: agg. [dal lat. bifronsontis, comp. di bi– «due» e frons «fronte»], letter. – 1. Che ha due fronti, due facce: un’erma b.; di solito come appellativo di Giano, antica divinità romana il cui compito sarebbe stato quello di presiedere ai passaggi, in senso ampio (dal suo nome deriverebbe infatti sia quello della porta, lat. ianua, sia quello del mese di gennaio, lat. Ianuarius), e a tale funzione sarebbe connessa la raffigurazione tradizionale del dio con due facce opposte. Fig., bifronte, o anche Giano b., di persona che parla in un modo e agisce in un altro, quindi doppia, ambigua, sleale.
2. Versi b., versi, di cui lasciarono esempî i Greci e i Romani, che, letti a rovescio, lettera per lettera, riproducevano sé stessi; furono detti anche palindromi o anaciclici o cancrini (dal lat. cancer, il gambero) o sotadici, dal poeta greco Sotade, che si diceva fosse stato il primo a farne. È famoso il verso latino (di tradizione scolastica) ispirato dalle falene: in girum imus nocte et consumimur igni; e noto anche quello, che si trova in antiche iscrizioni latine: Roma tibi subito motibus ibit amor.
3. In enigmistica, bifronte (s. m.) o palindromo, gioco consistente appunto in una parola che letta a rovescio riproduce sé stessa o forma una parola di diverso significato; esempî: anilina; ossesso; enoteca = acetone; egida = Adige. Se da una parola si ottiene una frase si ha il b. a frase: animale = è la mina; attorniare = era in rotta; se da una frase si ottiene la stessa o un’altra frase si ha la frase bifronte: è presa la serpe. Se il rovesciamento di una parola o di una frase avviene sillaba per sillaba, si ha il b. sillabico: co-mi-co; ca-ni-co-la = la-co-ni-ca; so-na-to-ri ve-ri = ri-ve-ri-to na-so.