A Luca ho insegnato a dire, solo a Emma, “buonanotte” invece che “goodnight”, perché lei da piccola non parlava una parola di inglese. Si abbassa e le bacia la testa: «Buonanotte, sweet dreams» dice, in un modo che capiamo solo noi. Lei gli abbraccia le gambe, e lui, girandosi per tornare alla sua postazione, le ricorda di chiudere la porta: «Shut the door».
Maria Viola, Storia del mio bambino perfetto, Rizzoli
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